Il motto che si è scelto è: «4 di Sera bell'audience si spera». È nelle corde di un intellettuale come Paolo Del Debbio prendere in prestito un proverbio popolare per lanciare il nuovo impegno televisivo che lo vedrà protagonista da lunedì: la striscia quotidiana dell'access prime time (tradotto: ora di cena) di Rete 4 che prima di lui fu di Palombelli, Porro e Berlinguer. Il programma che apre le serate dell'approfondimento Mediaset e che se la dovrà vedere con Otto e mezzo di La7.
Del Debbio, animale televisivo, saggista, ideologo e frontman dell'eredità morale berlusconiana, non nasconde lo sforzo che gli è stato chiesto, anche perché manterrà pure Dritto e rovescio in prima serata al giovedì, sempre su Rete 4, dal 12 settembre.
Dunque, Del Debbio, come cambia la trasmissione rispetto a quelle dei suoi predecessori?
«Non faccio confronti, io faccio me stesso. Sicuramente non ci sarà un tavolo dove si dibatte tra politici e opinionisti, ma collegamenti e inviati tra la gente comune».
Cioè, sarà Dritto e Rovescio in formato mini e quotidiano?
«Non proprio. Certo, ci saranno lo spirito e la formula del mio modo di fare televisione, far parlare la gente dei suoi problemi, ma ovviamente affronteremo le questioni del giorno e daremo più spazio al dibattito politico, dal caso Arianna Meloni al contrasto Conte-Schlein, per fare esempi».
La linea editoriale portata avanti dall'ad Pier Silvio Berlusconi è più moderazione, meno spinta su temi populisti e tantomeno reazionari, più spazio alle istanze della sinistra. Tutto questo ha a che vedere con la decisione di affidare a lei la trasmissione?
«Io, rispetto alla linea spiegata dall'editore, non devo cambiare proprio nulla: ho sempre dato ampio spazio a tutte le idee, dai No Vax alle tematiche gender e ho sempre cercato di farlo con equilibrio. Per me la par condicio vale tutto l'anno».
Marina e Pier Silvio si sono esposti in favore di una politica più attenta ai diritti civili e ad un'azione di governo in linea con l'eredità del padre, quel lascito scritto a mano sui foglietti consegnati alla figlia poco prima di morire, con le parole amore, pace, libertà, giustizia riferite a Forza Italia, rivelate nel suo libro In nome della libertà.
«Le questioni che riguardano Forza Italia non mi toccano, non sono un iscritto. Comunque mi pare legittimo che gli eredi intendano portare avanti le idee del padre. Io ho contribuito a scrivere il programma di Forza Italia durante la fondazione, per cui mi riconosco pienamente nell'idea di partito delle libertà».
Tanto che si racconta che Marina chieda sempre ai suoi: Avete letto il libro di Del Debbio?
«Se è vero mi fa piacere, vuol dire che contribuisce a far vendere più copie...».
Il volume ha contribuito al disegno di rilanciare la creatura politica di Berlusconi e le sue idee non sempre collimanti con quelle sovraniste e tradizionaliste delle altre forze del centrodestra.
«Mi pare che per Forza Italia i dati delle elezioni siano confortanti. E anche in questi ultimi giorni ha dimostrato dimensione identitaria nelle proposte, per esempio, su ius scholae e sovraffollamento carcerario. Mi sembra che Tajani si stia muovendo bene tra la ricerca di un compromesso e la difesa di certi principi».
Che pensa del tentativo di Salvini di scavalcare a destra Fratelli d'Italia?
«All'interno di una coalizione c'è sempre uno sgomitamento continuo, funziona così dalla democrazia greca, perché è coalizione tra diversi, non tra uguali: i dibattiti più interessanti del 900 erano quelli nel Partito comunista tra Amendola e Ingrao».
Tornando alla tv, la concorrenza a 4 di Sera sarà spietata: non solo Otto e mezzo di Lilli Gruber, ma anche Striscia la notizia che ha fatto delle denunce dei problemi sociali il suo mantra.
«Io sono tranquillo, so in coscienza di aver sempre fatto il meglio che potessi fare.
Spero che il mio pubblico mi segua e di portare risultati, poi la tv è uno strano aggeggio e può accadere di tutto. Per quanto riguarda il tg di Ricci, parafrasando il motto dei certosini, Stat Striscia dum volvitur orbis, sta in piedi mentre il mondo gira».
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