Dazi, Trump salva gli iPhone: via le tariffe su smartphone e pc

Segnale a Pechino (e assist ad Apple e Nvidia): esentati anche chip e processori. "Ottimista sulla Cina". L'ipotesi di altre correzioni

Dazi, Trump salva gli iPhone: via le tariffe su smartphone e pc
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Donald Trump riafferma nuovamente l'ottimismo sulla Cina, ed esenta gli smartphone dai dazi reciproci con il Dragone. Una mossa che protegge potenzialmente i consumatori americani dallo choc dei prezzi e favorisce al contempo giganti dell'elettronica come Apple, ma anche Nvidia, Dell, Microsoft e Samsung. Le esclusioni - pubblicate venerdì sera dalla US Customs and Border Protection e riportate dall'agenzia Bloomberg - riguardano anche hard drive, processori per i computer e chip per la memoria, dispositivi elettronici molto popolari che non sono prodotti negli Stati Uniti, e per cui l'avvio della produzione nazionale richiederebbe anni (peraltro in questo caso con il rischio, secondo gli esperti, di vedere il costo finale schizzare alle stelle), e coprono circa 385 miliardi di importazioni americane nel 2024. Solo l'import di computer e server è ammontato lo scorso anno a 140 miliardi, di cui il 26% dalla Cina.

La sospensione comprende i macchinari per i semiconduttori, ma potrebbe rivelarsi temporanea poiché deriva dall'ordinanza iniziale la quale impediva che dazi aggiuntivi su determinati settori si sommassero alle aliquote nazionali, quindi i prodotti potrebbero presto essere soggetti a nuove tariffe. Intanto il presidente ventila la possibilità di offrire alcune esenzioni ai dazi del 10% applicati sulla maggior parte dei partner commerciali degli Usa: «Potrebbero esserci un paio di esenzioni per ovvie ragioni, ma direi che il 10% è il limite minimo» per cercare di negoziare un accordo commerciale, sottolinea senza dare ulteriori dettagli, e assicurando che «stiamo parlando con molti Paesi, siamo in una buona posizione». Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, dice che «sta andando bene. Ha avuto un piccolo momento di debolezza, ma ho risolto il problema molto rapidamente». Il tycoon ribadisce di essere fiducioso che troverà una soluzione all'escalation commerciale con Pechino: «Sono sempre andato d'accordo con Xi Jinping. Penso che verrà fuori qualcosa di positivo con la Cina».

Intanto il New York Times rivela che il segretario al Tesoro Scott Bessent si è trovato al centro delle critiche da parte degli ex ministri delle finanze durante una cena organizzata da Steven Mnuchin, che ricopriva il ruolo durante la prima amministrazione Trump, e a cui hanno partecipato fra gli altri Robert Rubin, Henry Paulson, Lawrence Summers e Jack Lew. Bessent è stato incalzato sulla strategia di The Donald sui dazi e Summers, segretario al Tesoro di Bill Clinton, ha ricordato come George Schultz, ministro di Richard Nixon, si oppose al suo presidente quando cercò di togliere fondi alle università e usare l'agenzia delle entrate per perseguire i suoi nemici. Mentre Spencer Hakimian, il fondatore dell'hedge fund Tolou Capital Management, dando voce alla frustrazione degli investitori ha spiegato: «In un certo senso sono deluso da Bessent. Mnuchin e Gary Cohn», l'ex consigliere economico di Trump, «non gli avrebbero mai permesso di spingersi così oltre».

E tra le tensioni politiche ed economiche, oltre ai timori di una frontiera ostile, cala drasticamente il numero di viaggiatori europei che visitano gli Stati Uniti.

Il Financial Times, citando l'International Trade Administration, spiega che i visitatori provenienti dall'Europa occidentale sono diminuiti del 17% a marzo rispetto a un anno fa, e in particolare per alcuni Paesi come Irlanda, Norvegia e Germania il calo è stato di oltre il 20%.

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