Applicazione del braccialetto elettronico in automatico salvo diversa valutazione dei giudice e previo consenso dell'indagato. Distanza minima dalla vittima di 500 metri. Termini stringenti sia per la valutazione del rischio e l'eventuale richiesta di applicazione delle misure cautelari da parte del Pm sia il per giudice nell'emanazione della decisione delle misure cautelari. Assegnazione dei procedimenti a magistrati che si specializzino nella materia. Inserimento dei reati in un elenco di quelli considerati prioritari per la trattazione dei processi.
Secondo le indiscrezioni saranno queste le misure salienti del Ddl contro la violenza alle donne e a quella domestica che sarà presentato oggi all'esame del Consiglio dei ministri. «L'obiettivo - aveva annunciato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in un'intervista alla Stampa - è evitare che la violenza o addirittura l'omicidio sia commesso. Le pene severe servono, ma non riportano in vita la vittima e non esauriscono il problema». Infatti secondo il ministro c'è «un tema più ampio che riguarda l'educazione e la formazione che deve partire con efficacia fin dai primi anni di scuola» perché il femminicidio non è «un fatto individuale ma sociale».
L'ex ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti (Italia Viva) stimola però il governo a fare presto e ricorda che «a ottobre ho ripresentato assieme alle colleghe Carfagna e Gelmini lo stesso identico ddl che avevamo approvato col governo Draghi in cdm, a firma mia, di Lamorgese e Cartabia, e che prevedeva misure per rafforzare la protezione per le donne vittime di violenza. Ma la maggioranza ha dato la priorità ad altri provvedimenti».
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