Prima il tour del force della legge di Bilancio poi il caravanserraglio dell'elezione del presidente della Repubblica, dopo tre mesi dalla presentazione ieri finalmente la commissione Industria del Senato ha cominciato a discutere del ddl Concorrenza, una delle riforme qualificanti previste dal Pnrr che dovrà vedere la luce entro la fine dell'anno. In realtà, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, vorrebbe che l'articolato ricevesse il via libera entro la fine di giugno, ma a Palazzo Madama si sono messi di traverso e hanno organizzato 90 audizioni che faranno slittare i tempi.
Ieri sono passati in rassegna le principali associazioni datoriali assieme ai sindacati. Ma prima di entrare nello specifico delle rimostranze occorre ricordare i contenuti del ddl che si muove lungo quattro direttrici. In primo luogo, si prevede una delega al governo per la mappatura di tutte le concessioni pubbliche. In seconda istanza, si liberalizza il trasporto pubblico locale assieme alle concessioni portuali. Inoltre, si prevede una selezione trasparente per l'accreditamento delle strutture sanitarie private. Ultimo ma non meno importante sarà facilitata la messa a gara su base locale dei servizi gas e delle concessioni idroelettriche.
Se il buon giorno si vede dal mattino, per prevedere sviluppi positivi ci vuole molto ottimismo. Il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, ha sottolineato che è necessario «garantire un'effettiva parità di trattamento tra operatori pubblici e privati in alcuni ambiti, come quello sanitario; prestare maggiore attenzione agli investimenti delle imprese, rivedendo alcune modalità di calcolo degli indennizzi per i gestori uscenti, nonché garantendo l'effettiva tutela degli investimenti in innovazione, come nel caso dei farmaci equivalenti (il ddl mette i generici a carico del Ssn prima della scadenza dei brevetti; ndr)». In ogni caso, Viale dell'Astronomia auspica che si faccia presto correggendo quanto prima le criticità del testo e liberalizzando «anche i servizi professionali e il mercato dei contratti pubblici».
Per Confcommercio, invece, «la mappatura dei regimi concessori deve essere il presupposto per la definizione di meccanismi equilibrati e sostenibili per il rinnovo delle concessioni dei beni pubblici», ha dichiarato Enrico Postacchini, componente della giunta guidata dal presidente Carlo Sangalli. «La diversità delle tipologie delle concessioni, la salvaguardia degli investimenti effettuati e la durata delle concessioni - ha aggiunto Postacchini - dovranno infatti trovare attenta considerazione nei meccanismi di selezione che verranno individuati a valle della prevista mappatura delle concessioni esistenti. Il pensiero corre, infatti, ai balneari visto che il Consiglio di Stato ha imposto il termine delle concessioni al 31 dicembre 2023. Ieri a Palazzo Chigi il premier Draghi ha conferito con i ministri del Turismo Garavaglia e dello Sviluppo Giorgetti (in videocall perché in isolamento). «Nei prossimi giorni avranno luogo incontri tecnici, con le categorie e le Regioni per affinare una proposta condivisa a tutela del settore rispetto alla procedura d'infrazione già annunciata dalla Commissione europea», ha dichiarato Giorgetti. Il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, si è incaricata di convocare il tavolo con le autonomie locali per facilitare la ricerca di una sintesi.
Tornando al ddl Concorrenza vero e proprio, Confartigianato ha chiesto di evitare il frazionamento del servizio elettrico e delle concessioni idroelettriche nonché di stralciare l'articolo sul trasporto pubblico «per non consegnare le attività di taxi, Ncc e bus privati alla gestione di poche
multinazionali». Critica anche la Cgil perché «l'indebolimento del sistema pubblico può portare nuove diseguaglianze». Più prudente la Cisl, consapevole che «il ddl Concorrenza è essenziale per ottenere i finanziamenti europei».
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