La destra europea sfida l'Ue: "No a un'Europa delle banche"

Dalla Russia al predominio della finanza, dall'immigrazione ai diritti gay: l'estrema destra europea si confronta a Milano

La destra europea sfida l'Ue: "No a un'Europa delle banche"

Sono oltre 500 le persone che questo pomeriggio hanno partecipato al convegno “Europa, Una Grande Libera”, organizzato a Milano da Forza Nuova. Gli ospiti provengono dai principali partiti nazionalisti d’Europa: i greci di Alba Dorata, gli spagnoli di Democracia Nacional, gli svedesi del Svenskarnas parti e i tedeschi di Npd, accompagnati da Nick Griffin, recentemente espulso dal British National Party, e Olivier Wyssa, fuoriuscito dal Front National nel 2011 per protestare contro l’elezione a presidente del partito di Marine Le Pen.

Una "internazionale nera" che all’Europa fluida e dei banchieri oppone un’Europa delle Nazioni e delle tradizioni, come afferma Stefan Jacobsson: "La grande battaglia per la nostra civiltà europea è appena cominciata. È la battaglia per i valori e per le tradizioni".

La sala conferenze del Milton Hotel in via Enrico Annibale Butti è presidiatissima dagli uomini della Digos. Agli estremi della via, le camionette della polizia bloccano il passaggio per evitare possibili scontri tra i ragazzi di estrema destra e gli antagonisti.

Poco prima dell’inizio del convegno, i "camerati" di Forza Nuova si presentano in sala, tutti rigorosamente in camicia bianca, divenuta ormai la loro divisa. Sono in molti i giovani presenti al convegno che frequentano il liceo e che muovono i primi passi in politica proprio perché sono rimasti affascinati da questo mondo fatto di militanza, di bandiere e, ovviamente, di cameratismo.

Al di là delle polemiche relative alla concessione – prima – e alla revoca – poi – della sala del Centro Congressi della Provincia in via Corridoni, ciò che colpisce è il messaggio che il “Movimento nazionalista dei popoli europei” rivolge a Bruxelles: "L'Europa non seguirà mai il modello americano-sionista".

Il che, nel linguaggio dei nazionalisti, equivale a dire che l'Europa non può assoggettarsi al volere dell'economia e delle banche. È chiaro, a tal proposito Nick Griffin che parte da lontano per spiegare come si sia imposto il potere delle banche in Europa. Tutto è cominciato, secondo l'eurodeputato, ai tempi delle guerre dell'oppio, a metà Ottocento, quando "gli inglesi hanno cominciato ad esportare l'oppio in Cina. In poco tempo il 90% dei cinesi che abitava le coste era totalmente dipendente da questa droga. Il governo cinese avrebbe così imposto uno stop agli inglesi, che però preferirono portare ben due guerre in Cina". "Così" - prosegue Griffin -"la Hong Kong and Shanghai Banking Corporation fece un sacco di soldi. E chi era il proprietario di questa banca? Il trisnonno di David Cameron, Ewen Cameron". Griffin introduce questa breve lezioncina di storia per spiegare come "già oltre 100 anni fa l’ideologia anglo-sionista era alla base della disintegrazione sociale". Così la guerra dell'oppio avrebbe portato all'aggressione del Giappone alla Russia (1905).

Ed è proprio la Russia di Putin a tornare spesso sulle labbra dei relatori. Roberto Fiore, per esempio, afferma che "nel 1989 è realmente iniziata la storia di una nuova Russia, che si ribella al potere mondiale e che ora gli americani cercano di sottomettere con la guerra. Ci hanno provato in Siria, poi in Ucraina, cercando il casus belli, ma non ci sono ancora riusciti. La Russia capisce che ha a che fare con un potere maligno religioso, economico e sociale".

Prosegue Fiore: "Ci stanno cercando di dire che la Russia è contro l’Europa, ma la Russia è Europa e ha delle profezie che guardano al futuro: potrebbe davvero essere la terza Roma. Siamo stati profeti sull’immigrazione e siamo profeti sulla Russia".

E così si passa al terzo punto toccato dal convegno: l'immigrazione. Gonzalo Garcia Martin, di Democracia Nacional, afferma che "è il sistema sionista delle banche a finanziare l'immigrazione che invade le città d'Europa, da Lampedusa a Ceuta e Melilla. Tutto ciò è organizzato dal Nuovo Ordine Mondiale che vuole colpire le città che hanno dato la cultura all'Europa". E ancora più severo è il giudizio di Udo Voigt, europarlamentare di Npd, "dobbiamo proteggere l'Europa dall'immigrazione. Non vogliamo l'influsso di culture che non appartengono alla nostra tradizione".

Filo costante del convegno è stata la difesa della famiglia. Per Olivier Wyssa, "i nazionalisti francesi combattono con quelli europei per difendere la famiglia naturale intesa come unione di un uomo ed una donna" .

Secondo Fiore, Bruxelles vuole "un'Europa dei matrimoni gay che portano caos sociale e quindi crisi economica".

Nasce così il "Movimento per la Pace e la Libertà" dei nazionalisti europei.

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