Per loro era stato un settembre di fuoco, follia e certamente divertimento puro. Prima il rogo dei tavolini di un bar, poi il pestaggio di un volontario dell'oratorio, infine l'atto più choccante: la completa devastazione della scuola di Cellatica, nel Bresciano. Nel tour di violenza e spudoratezza in provincia la baby gang aveva sempre lasciato il segno, in spregio al bene comune. A distanza di poco più di un mese da quei fatti i piccoli criminali sono stati arrestati nella notte dai carabinieri sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare del tribunale per i minorenni, su richiesta della Procura della Repubblica. Si tratta di quattro ragazzini, tutti di un'età compresa tra i 14 e i 16 anni. Sono loro i baby malviventi che per settimane hanno terrorizzato le comunità della Franciacorta: due ragazzi, già conosciuti per precedenti episodi analoghi, sono stati collocati in comunità mentre gli altri due hanno l'obbligo di permanenza in casa, equivalente degli arresti domiciliari per i minorenni.
Il raid peggiore il 18 settembre, quando la comunità di Cellatica si era trovata davanti agli occhi un panorama inquietante: nella scuola Leonardo Da Vinci computer, lavagne elettroniche, impianti elettrici erano stati dati alle fiamme, ma persino i lavoretti e i quaderni degli alunni delle elementari erano stati appositamente ammucchiati per generare il rogo. Sulle pareti dell'istituto, invece, il segno del passaggio con bombolette spray. I danni stimati, per l'istituto, ammontano a 350mila euro, ma oltre il danno economico per la piccola Cellatica c'è stato lo choc per gli alunni, costretti a trasferirsi negli ambienti messi a disposizione dall'oratorio e a subire sulla propria pelle un repentino cambiamento in un clima di tensione. Grazie alla mobilitazione di cittadinanza, amministratori e del parroco don Claudio Paganini l'attività scolastica riprese nelle due sedi provvisorie, la scuola media e l'oratorio, che ospitarono dieci classi durante gli interventi di ripristino.
Ma quell'incendio rappresentava solo l'ultimo atto di una serie di azioni incontrollate e anarchiche, che in un primo momento apparivano persino banali prima di essere interpretate in un unico filone. Nei giorni precedenti i ragazzini avevano dato alle fiamme anche alcuni sacchi della spazzatura, oltre ad accanirsi contro i tavolini di un bar. E un cittadino, volontario nella struttura ecclesiastica, era stato invece pestato per aver provato a redarguire alcuni ragazzi. I quattro sono stati individuati dai carabinieri grazie alla visione delle immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza, che hanno immortalato le singole azioni e la furia della baby gang. «Bisogna condannare gli episodi commentò don Paganini all'indomani dell'atto vandalico ma è necessario accompagnare chi ha esagerato e correggere questi comportamenti per far sì che questi ragazzi abbiano una vita nuova». Dopo le misure cautelari arriverà il momento della rieducazione per il reinserimento dei baby criminali nella società.
Il raid incendiario alla «Da Vinci» testimonia però un ulteriore passo nel processo violento dei gruppi di giovanissimi vandali. Casi analoghi si registrano in tutta Italia. Nel 2018, a finire devastata per un incendio fu una scuola di una località del Casertano, Pignataro Maggiore. Qui otto minori forse per noia, per attuare una «vendetta» o forse nel disperato tentativo di rimandare gli imminenti esami di licenza media, alla vigilia delle prove decise di incendiare la scuola che alcuni di loro frequentavano. Fatti distanti centinaia di chilometri ma uniti dallo stesso modus operandi.
E proprio dalla Campania arriva un'altra recente cronaca di violenza: questa volta siamo a Pomigliano d'Arco, nel Napoletano, dove due ragazzini di soli 13 e 11 anni con spranga e passamontagna terrorizzavano gli avventori di un parco pubblico.
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