Diciotti, l'Ue rifiuta i migranti. Ma l'Italia non cede: "Non sbarca nessuno"

La riunione a Bruxelles tra gli sherpa degli Stati non produce risultati. Ira del governo: "L'Europa non esiste, ipocriti"

Diciotti, l'Ue rifiuta i migranti. Ma l'Italia non cede: "Non sbarca nessuno"

Eccola la solidarietà dell’Europa. Nulla. O meglio, un nulla di fatto sulla Diciotti. Secondo fonti Ue, infatti, la riunione degli sherpa che era stata convocata oggi per rispondere alle sollecitazioni del governo italiano è finita a pizza e fichi. Un fallimento.

L’imbarcazione è lì, ferma al molo di Levante del porto di Catania. Oggi sono continuate le passerelle dei politici della sinistra e c’è stato pure il tempo per uno sciopero della fame degli ospiti dell’imbarcazione. Quisquilie. Il problema vero è a Bruxelles: l'Ue si dimostrerà pronta ad aiutare l'Italia o ancora una volta le volterà le spalle? A quanto pare buona la seconda.

Il ministro dell’Interno da giorni ripete che non intende far toccare terra agli "irregolari" se prima gli altri Stati dell’Ue non si mettono d’accordo per una redistribuzione degli stessi. La Boldrini lo definisce un ricatto. Vocabolo forte. Ma in fondo è quello che era successo per le navi militari sbarcate a Pozzallo a luglio: allora Salvini riuscì a smistare alle varie capitali un po' di stranieri, 50 qui e 50 là. Salvo poi scoprire che le promesse non si sono tradotte in realtà. Dettagli. A pensarci bene anche la Spagna, quando nell’ultimo mese ha dovuto far fronte all’arrivo di immigrati da navi delle Ong è riuscita a ottenere la solidarietà dell’Europa.

Ma stavolta a quanto pare la musica è cambiata. Non sono bastate, o non sono servite, le “minacce” (così le ha considerate la Commissione Ue) di Di Maio di non pagare contributi a Bruxelles. Venti miliardi che, dice, utilizzerebbe volentieri per abbassare l’età pensionabile. L’Europa gli ha ricordato, neppure troppo velatamente, che quei soldi sono un “obbligo legale” e anche il ministro Moavero ha confermato che ritirare l’assegno sarebbe complicato. Salvini, comunque, ha apprezzato lo sforzo del collega vicepremier di mandare un messaggio politico (smarcandosi, peraltro, dalla linea buonista di Roberto Fico).

Ben prima che finisse la riunione degli sherpa europei erano già arrivate le prime avvisaglie di una giornata che non si sarebbe conclusa con un “volemose bene” (e prendiamo un giovanotto a testa). Il Belgio per primo ha fatto sapere che non accoglierà più “migranti illegali che partono a bordo di barconi dall'Africa” perché "questo non offre nessuna soluzione". Theo Francken è stato chiaro. E senza appelli: quando a giugno accolsero una decina di immigrati sbarcati dalla Lifeline fu “un evento unico”. E non si ripeterà.

Al segretario di Stato del governo belga si è poi unito anche il governo ungherese. Ieri Moavero ha incontrato alla Farnesina il Ministro degli Esteri e del Commercio d'Ungheria, Peter Szijjarto, e gli ha chiesto una mano sul caso Diciotti. La risposta è stata un secco “no”. Sul punto dei ricollocamenti, inutile negarlo, le posizioni tra Orban e Salvini sono contrapposte. In conflitto. L’uno non intende aprire le frontiere e l’altro chiede condivisione del peso delle migrazioni. Solidarietà che né l’Ungheria né il resto dell’Europa democratica sembra voler dimostrare.

Infatti non solo non è stato trovato alcun accordo sulla Diciotti, ma gli sherpa hanno pure rifiutato di sottoscrivere una bozza di dichiarazione che era stata preparata dalla Commissione per una gestione comune degli sbarchi e della ripartizione dei migranti e dare così seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno. Una sfida evidente.

Non è un caso infatti se dal Viminale trapela irritazione. Il ministero (e il ministro) parla di "ennesima dimostrazione" che "l'Europa non esiste" visto che i "Paesi Ue" non hanno "avanzato alcuna concreta apertura per risolvere il caso della nave Diciotti". Alla faccia dei buoni propositi del Consiglio Ue sulle migrazioni. Poco dopo anche Giuseppe Conte rompe il silenzio e su Facebook verga una lunga invettiva contro Bruxelles, definendo i partner "ipocriti" e incapaci di "battere un colpo in direzione dei princìpi di solidarietà e di responsabilità".

Il premier giura che l'esecutivo "ne trarrà le conseguenze" e dal Viminale dettano la linea: "Visto che l'Italia, negli ultimi anni, ha accolto 700mila cittadini stranieri, dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto". La guerra è aperta.

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