Le dieci scuse della sinistra per smontare il referendum

Inutile, sbagliato, costoso: così sviliscono elettori e valore della consultazione. Ma sono solo pretesti

Le dieci scuse della sinistra per smontare il referendum

Inutile, sbagliato, costoso. Le tre password della sinistra per svilire il voto della gente. Il punto più basso l'ha toccato il ministro Maurizio Martina con un tweet: «Oggi astensione consapevole. Si è sprecato tempo e denaro per un quesito inutile». Già fanno fatica a portare la gente alle urne, stanca di politici come lui, e poi un rappresentante delle istituzioni si permette di dire agli elettori di non esprimere il loro voto. Ed è così che per la sinistra due milioni di voti alle primarie (nazionali) del Pd sono una «eccezionale partecipazione democratica» mentre tre milioni di voti al referendum, solo in Lombardia, sono «pochi, soldi buttati».

Ecco, dunque, tra i più grotteschi appigli usati dalla sinistra per smontare la consultazione di domenica.

1. INGANNO POLITICO

Per l'ex sindaco (e meno male che è stato pure sindaco di Milano), lo snob Giuliano Pisapia, il referendum «è un inganno politico, una presa in giro: il voto proposto da Maroni non avrà nessuna incidenza».

2. VERO IMBROGLIO

«La Lega sta apparecchiando un vero imbroglio ai danni dei cittadini» è lo sfogo, invece, di Chiara Cremonesi di Insieme per la Lombardia, ovvero il gruppo di Sel in consiglio regionale: «Questa consultazione non consentirà di trattenere più risorse in Lombardia».

3. TABLET, SISTEMA INDECENTE

Il segretario lombardo del Pd, Alessandro Alfieri, se la prende coi tablet: «Il sistema che ci doveva portare nel futuro, cioè il voto elettronico, ci porta invece a un passato lontano». E aggiunge: «Maroni è uno sbruffone». La sconosciuta senatrice del Pd, Maria Spilabotte (da Frosinone) apre bocca, per la prima volta dal 2013, per dire che «chi ha investito soldi pubblici per il voto elettronico, creando solo disagi e disguidi, chieda scusa ai cittadini: Maroni ammetta il suo fallimento». E per Elena Carnevali, deputata Pd, «avrebbe potuto destinare i 23 milioni di euro che ha speso per l'acquisto in iPad per un referendum inutile, alle persone con disabilità ed alle loro famiglie».

4. INUTILE, TUTTO COME PRIMA

Si unisce alla marea rossa l'esperta in gaffe, Alessandra Moretti: «Il referendum è inutile: dal giorno dopo tutto resterà come prima». Sull'inutilità punta anche la collega Debora Serracchiani convinta che i referendum siano «tra i più inutili». Giudizio paradossale dato che proviene dalla (invidiata) governatrice di una Regione a statuto speciale.

5.UTILE? SÌ, SOLO A MARONI

Matteo Mauri, vice capogruppo vicario del Pd alla Camera, sfoggia un evergreen: «È inutile e costoso. O meglio è utile solo per fare campagna elettorale a Maroni e alla Lega. Il tutto a spese dei cittadini lombardi».

6. SOLDI BUTTATI

Mai come adesso la sinistra si è dimostrata così parsimoniosa coi soldi pubblici. Quel simpaticone di Gianfranco Librandi, deputato Pd, lo vede come «un inutile spreco di soldi: oltre 50 milioni di euro buttati che potevano essere investiti diversamente». Punta sugli sprechi anche il segretario del Pd metropolitano di Milano, Pietro Bussolati: «Senza referendum. Senza sprecare oltre 50 milioni di euro. E soprattutto senza prendere in giro i cittadini, Stefano Bonaccini ha firmato con Gentiloni una dichiarazione per l'autonomia dell'Emilia-Romagna». Tra i peones rispunta Pippo Civati, segretario di Possibile, che sputa su Maroni e Zaia: «Lombardia e Veneto votarono già nel 2007. Allora ero consigliere regionale in Lombardia: poco dopo diventarono entrambi ministri ma non fecero nulla in merito».

7. SOLO PROPAGANDA

La carica delle maschere continua. Anche il senatore fantasma di Milano, Franco Mirabelli, si immola per la causa su Facebook: «Maroni perde tempo e soldi per fare ciò che si poteva fare destinando quei soldi a risolvere i problemi dei cittadini. Il referendum serve a fare propaganda, nascondendo quattro anni e mezzo di governo regionale senza alcun merito?».

8.NORD EGOISTA

Si sono scomodati pure i Socialisti in Movimento per minimizzare il referendum: «Una pericolosa operazione di destra, fatto apposta per solleticare soltanto la pancia dell'egoismo».

9. TUTTI TRUFFATI

«Una vera truffa per i cittadini di quelle due regioni - grida, invece, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni - Non avranno alcuna incidenza sulla loro vita reale né tanto meno sull'autonomia di quelle realtà».

10.GIGANTESCO SPRECO

Infine, la paladina degli ultimi

Susanna Camusso, segretaria Cgil, lo vede come «un gigantesco spreco, per guadagnare consenso raccontando una cosa non vera, cioè che il risultato produrrà effetti. Siamo un Paese troppo piccolo per permetterci 20 staterelli».

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