L'arruolamento nell'Isis la scorsa estate, l'appello dello Stato islamico agli adepti per colpire «i crociati in America», ma pure in Europa, e i pesanti bombardamenti Usa su basi e leader delle bandiere nere in Siria dopo la caduta del regime di Assad. Fattori scatenanti la strage di Capodanno a New Orleans.
L'ex militare americano e terrorista suicida, Shamsud-Sin Jabbar, aveva aderito all'Isis la scorsa estate in seguito a un percorso di radicalizzazione iniziato tempo dopo la sua conversione all'Islam. L'adesione «documentata» al gruppo terroristico è stata annunciata in uno dei video registrati e postati in rete mentre si stava dirigendo a New Orleans per compiere il massacro.
In vista del Capodanno, il 29 dicembre, attraverso Telegram e altre piattaforme social, lo Stato islamico aveva lanciato una vera e propria chiamata alle armi agli adepti annidati non solo in Occidente secondo l'emittente tv Fox news. «I crociati sono tra voi. La loro sicurezza è stata prolungata, mentre i vostri fratelli vengono uccisi» recita il messaggio delle bandiere nere riferendosi agli attacchi subiti dal gruppo terroristico in Siria. «È giunto il momento di sfoderare le spade (...) come piace ad Allah. Loro si preparano alla festa del politeismo, noi trasformeremo i festeggiamenti in lutto e la gioia in calamità». Un chiaro invito a colpire la notte di San Silvestro. L'appello a compiere stragi è rivolto ai «monoteisti» ovvero a chi crede solo in Allah «in Europa, America, Russia e altre terre dei crociati». Nel messaggio, gli ispiratori delle bandiere nere ammettono anche le difficoltà: «Sappiamo che siete ansiosi di unirvi ai vostri fratelli nella terra della Jihad, ma i percorsi sono stati interrotti». La Turchia, soprattutto dopo il cambio di potere in Siria, ha dichiarato guerra ai curdi e all'Isis sigillando i confini da tempo per interrompere l'arrivo dei volontari della guerra santa internazionale. In nome della vecchia tattica stragista dei «mille tagli», che ha provocato dozzine di attacchi in Occidente da parte di lupi solitari e non solo, le bandiere nere tornano a puntare sui seguaci in America, Europa e Russia per colpire gli odiati crociati ovvero gli infedeli. L'ex militare Usa era una perfetta «bomba» innescata, forse, da mesi.
Il terrorista della strage di New Orleans ha aderito all'Isis, ma anche se non avesse ricevuto un ordine diretto era sicuramente ispirato dagli appelli in rete, come l'ultimo che incitava a colpire la notte di Capodanno. Per di più i caccia Usa e della coalizione internazionale antiterrorismo sta bombardando duramente l'Isis da quando i ribelli jihadisti hanno conquistato Damasco. Solo l'8 dicembre, il comando delle operazioni all'estero americane, Centcom, ha annunciato 75 raid contro basi e leader del Califfato in Siria, sconfitto, ma non defunto. «Non permetteremo all'Isis di ricostituirsi e trarre vantaggio dall'attuale situazione in Siria» ha dichiarato il generale Michael Erik Kurilla, alla guida di Centcom.
L'offensiva contro le bandiere nere continua: il giorno di Capodanno le forze aeree francesi hanno distrutto due obiettivi della Stato islamico in una zona desertica nell'Est del paese.
Ieri i caccia bombardieri della coalizione internazionale hanno colpito a sud di Raqqa, che è stata la prima «capitale» dell'Isis. Adesso manca solo la rivendicazione dello Stato islamico per cavalcare il terrore scatenato a New Orleans e dimostrare che non è mai morto
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