La diplomazia del tè e l'invito a Trump: le mosse della Royal Family

La voglia di tornare al centro del mondo e la paura di un conflitto allargato. Il Re si muove in prima persona

La diplomazia del tè e l'invito a Trump: le mosse della Royal Family
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Si scrive «soft power», si legge interventismo. Sempre con stile, senza mai alzare la voce o fare proclami ma con una presenza che non può non essere ingombrante. Così la corona inglese si muove, nemmeno troppo sotto traccia, per spingere la diplomazia internazionale a fare di più e a ricucire gli strappi delle ultime settimane.

L'incontro di Re Carlo con Volodymyr Zelensky di ieri è seguito all'invito ufficiale recapitato al presidente americano Donald Trump per una visita informale, per il tè, cui dovrebbe seguire però una visita di Stato ufficiale. Un invito assolutamente inedito, dato che ai presidenti Usa al secondo mandato non vengono tradizionalmente offerte visite di Stato, ma vengono invece invitati a prendere un tè o a pranzare con il monarca, solitamente al Castello di Windsor. Trump è stato ospite della defunta regina Elisabetta in una visita di Stato di tre giorni durante il suo primo mandato nel 2019. La lettera ufficiale sembra aver colpito molto Trump che ha accettato immediatamente. Un vertice che potrebbe avere il sapore della svolta.

Secondo i ben informati dalle parti di Londra, l'idea dell'invito non sarebbe partita da Buckingham Palace ma dagli uffici di Starmer. E si vocifera che il sovrano abbia accettato non senza pensarci a fondo. La posizione di Carlo infatti è da sempre stata al fianco dell'Ucraina senza considerare una certa antipatia naturale nei confronti di Trump, per via di modi e atteggiamenti diametralmente opposti a quelli sempre compassati del Re. Un sentimento accresciuto anche per via delle politiche ella nuova amministrazione americana contrarie alla vocazione green della corona, in prima linea nel promuovere cause ambientaliste. Il fatto che il sovrano abbia comunque deciso di scendere in campo in prima persona è significativo dell'importanza della posta in palio. Da una parte la volontà del Regno Unito di tornare al centro degli equilibri mondiali.

Dall'altra la volontà, reale, di fare da tramite tra Europa e Stati Uniti per scongiurare il pericolo che un conflitto già tragico non diventi qualcosa di ancora peggiore. Chissà che un tè all'ombra del Big Ben non possa fare la differenza.

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