“Il diritto alla sicurezza viene prima del diritto al burqa”. A dirlo su La Stampa è il 23enne Ussama Dannawi, leader dell’associazione Giovani Musulmani, studente d’Ingegneria al Politecnico di Torino, metà siriano e metà libanese.
"Chi viene a vivere in Europa deve accoglierne le leggi, comprese quella per la sicurezza. Se c’è un conflitto tra il burqa e la legge dello stato, bisogna scegliere quest’ultima: d’altra parte la religione non obbliga a indossarlo”, spiega Dannawi che critica l’idea della Merkel di introdurre una legge ad hoc sugli abiti musulmani, perché è sufficiente una norma per l’identificazione obbligatoria. Un ostacolo contro l’integrazione “è fare una legge ‘contro’ una minoranza” e un tale provvedimento, secondo il giovane Dannawi, “riguardano un numero bassissimo di persone”. L’integrazione “passa da altri aspetti e non da quello che si indossa”, dice.
Il burqa “dovrebbe sempre essere una scelta personale, altrimenti non ha senso. Se ci sono padri e mariti che obbligano al burqa è un problema culturale, legato peraltro a specifici Paesi, ma non si può generalizzare”, conclude il leader dell’associazione Giovani Musulmani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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