Se uno guarda ai nemici di Bolsonaro - che dal 2019 ha già accumulato 62 richieste di impeachment, un record è dura scommettere sulla sua rielezione alle presidenziali del 2022. Già perché, a differenza dell'Italia, in Brasile tutti i principali media, dal Globo ai grandi quotidiani, soprattutto la Folha di San Paolo ma anche altri tradizionalmente conservatori come l'Estadao, attaccano ogni giorno il «loro» presidente. Naturalmente Bolsonaro di stupidaggini ne fa e ne dice a iosa perché «è un ignorante ma, a differenza di Trump, non è un ladro», spiega al Giornale uno degli «inventori» di Lula negli anni Settanta.
Di certo c'è che Bolsonaro è in caduta nei sondaggi, l'ultimo DataFolha gli dà il 31 per cento di gradimento, il 6 meno di un mese fa, mentre il 42 lo vorrebbe cassato. Non bastasse, nel weekend ci sono state manifestazioni in 21 grandi città, tra cui San Paolo, Rio e Brasilia. Ad organizzarle i movimenti di sinistra Frentes Brasil Popular e Povo sem Medo, con l'appoggio della CUT, il sindacato fondato da Lula nel 1980, ma anche il Movimento Brasil Livre (MBL) e Vem pra Rua, due entità che nel 2013 contribuirono alle proteste oceaniche contro Dilma che poi sfociarono nel suo impeachment. Per ora le persone scese in strada sono pochissime ma le cose potrebbero cambiare. I veri rischi per Bolsonaro derivano dai sussidi d'emergenza che da fine dicembre, quando sono scaduti, non sono stati ancora rinnovati dal Parlamento. Non bastasse, il virus ha ricominciato a correre dopo le vacanze di fine anno e l'altro ieri è stato il quinto giorno consecutivo con oltre 1000 morti. Inoltre Twitter ha cominciato a prendere di mira perfino il ministero della Sanità, colpevole di avere scritto quanto segue: «Per combattere il Covid-19 nostra linea guida è di non aspettare. Prima si inizia il trattamento, maggiori sono le possibilità di recupero. Quindi, quando avvertite i primi sintomi, non aspettate. Cercate subito un'unità sanitaria pubblica e richiedete un trattamento precoce». Twitter ha marchiato il post come contenente «informazioni fuorvianti e potenzialmente dannose relative al Covid-19», impedendone la diffusione. Da sottolineare, infine, che tutte le richieste di impeachment in Parlamento contro Bolsonaro sono per la sua gestione del coronavirus, con accuse persino di «genocidio».
Aldilà della politicizzazione di tali richieste oggi il Brasile è il 27° Paese al mondo per mortalità da Covid ogni milione di abitanti e tra i paesi dell'America Latina è messo molto meglio di Messico,
Argentina, Perù e Panama - è bene sottolineare anche come con l'uscita di scena di Trump, Bolsonaro sia oggi più debole sul fronte internazionale. Basterà per cassarlo con un impeachment? «Per ora no», assicura la nostra fonte.
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