Si apre oggi a Philadelphia la convention democratica che designerà ufficialmente Hillary Clinton come candidata del partito per le prossime elezioni presidenziali americane dell'8 novembre. Mercoledì prossimo Michael Bloomberg, che ieri ha annunciato il proprio sostegno all'ex segretario di Stato nella corsa alla Casa Bianca, interverrà dal palco del Wells Fargo Center. L'appoggio del sindaco di New York non basta, tuttavia, a rasserenare la Clinton che, oltre ai dissidi interni al partito democratico, deve fare i conti con i sondaggi. Secondo la Cnn, infatti, Donald Trump l'avrebbe superata per la prima volta.
Se Trump è riuscito con difficoltà a riunire il partito repubblicano attorno alla sua candidatura, la Clinton si presenta all'appuntamento con l'incoronazione con un partito diviso e travolto dallo scandalo delle oltre 19mila e-mail pubblicate da Wikileaks che svelano i favoritismi dei vertici per l'ex first lady a danno del senatore socialista del Vermont Bernie Sanders. Rivelazioni che hanno costretto la presidente del comitato nazionale del partito Deborah Wasserman Schultz a presentare le proprie dimissioni. A ricoprire l'incarico ad interim fino all'elezione della Clinton sarà la vice presidente Donna Brazile. A complicare la situazione, però, ci pensano i sondaggi. All'indomani della convention repubblicana, Trump sarebbe al 48% contro il 45% della sua rivale democratica. Le nuove rilevazioni fanno segnare il miglior risultato del tycoon dal settembre 2015. Come spiega anche l'Huffington Post, "il margine di vantaggio di Trump si basa in gran parte su un maggiore sostegno da parte degli elettori indipendenti, il 43% dei quali ha dichiarato che la convention di Trump a Celveland ha dato più probabilità di sceglierlo, mentre il 41% dicono di essere stati dissuasi. Prima della convention, gli indipendenti erano così divisi: 34% con Clinton, 31% per Trump. Ora, il 46% afferma di stare con Trump, mentre il 28% di Clinton".
In evidente difficoltà politica il responsabile della campagna elettorale della Clinton ha sollevato l'ipotesi che i russi stiano lavorando per minare la campagna elettorale dell'ex first lady e così far eleggere Trump. L'accusa è degna di un film di James Bond. In realtà le mail (quasi 20mila), che mostrano come la leadership dell'Asinello abbia cercato di aiutare l'ex first lady durante le primarie invece che rimanere neutrale, sono state diffuse da Wikileaks la scorsa settimana e hanno già scatenato un terremoto.
"Alcuni esperti ci dicono che è stato opera dei russi per aiutare Donald Trump", ha detto Robby Mook, il campaign manager della Clinton. Un'accusa che la dice lunga sulla paura della Clinton di perdere le elezioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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