Donna soggiogata e abusata. Condannato lo psichiatra vip

Rapporti sessuali estremi, con frustate e cera calda. "Instaurato un rapporto di dipendenza e soggezione"

Donna soggiogata e abusata. Condannato lo psichiatra vip
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Ha approfittato di una paziente fragile che aveva visto in quel professionista stimato e noto nella capitale un aiuto per uscire da un momento difficile, instaurando con lei un rapporto di dipendenza e soggezione sfociato in veri e propri abusi durante le sedute, durante le quali la legava, la frustava, le colava la cera calda sul corpo, le iniettava antidolorifici.

Lo psichiatra Stefano Maria Cogliati Dezza, 72 anni, condannato in appello dalla Corte d'Appello di Roma a due anni e dieci mesi per violenza sessuale, rischia ora di finire dietro le sbarre nonostante la pena sia stata quasi dimezzata rispetto al primo grado grazie alla concessione delle attenuanti generiche, perché la violenza sessuale è un'accusa che non prevede misure alternative al carcere quando la condanna è superiore ai due anni.

È la storia tristissima di una giovane di 27 anni che nel 2019 si era rivolta al medico per risolvere i suoi problemi di peso, legati a questioni personali che solo uno psichiatra poteva aiutarla a superare. Tanto più che quel medico, all'epoca direttore sanitario di Villa Giuseppina, glielo avevano indicato i suoi stessi genitori, nonostante in passato avesse avuto in cura l'altra figlia, morta suicida nel 2007. Una vicenda tragica che non ha nulla a che vedere con le terapie del medico e che non aveva scalfito la fiducia che i familiari nutrivano nei suoi confronti. Quando la indirizzarono da lui, non avrebbero mai potuto immaginare che quell'uomo si sarebbe trasformato in un carnefice, che avrebbe sfruttato le insicurezze della ragazza fino a sottometterla completamente.

In quel momento Alessia aveva bisogno di affidarsi a qualcuno, di sentirsi apprezzata. Lo specialista le aveva prescritto una terapia farmacologica che l'aveva fatta dimagrire parecchio, poi piano piano aveva carpito la sua fiducia, plagiandola. Aveva il controllo totale su di lei. Un gioco di potere subdolo andato avanti per quasi un anno, dal dicembre del 2019 all'ottobre del 2020, all'interno dello studio medico dove la poveretta era costretta a subìre rapporti sessuali estremi. Il medico usava fruste, lacci, pinze, bende, cera calda. «Avrebbe potuto farmi tutto», racconterà poi Alessia agli inquirenti. Ma in quel momento l'unica cosa che le interessava era dimagrire e in Dezza vedeva la sua unica àncora di salvezza. Invece lo psichiatra l'ha fatta sprofondare.

In un primo momento i genitori non sospettavano nulla, erano convinti che la figlia fosse in buone mani. Ma poi, visto che la giovane continuava a non stare bene, hanno cominciato a fare domande e a far sì che la ragazza si confidasse con loro e trovasse il coraggio di denunciare quello che accadeva durante le sedute. I racconti, poi confermati puntualmente dalle indagini e dalle successive perizie, hanno fatto cadere il mondo addosso ai familiari.

Lo psichiatra è finito agli arresti domiciliari e in primo grado è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione.

Oltre al pagamento di una provvisionale di 40mila euro, per lui era scattata anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione dell'esercizio della professione medica. In appello la pena è stata ridotta a due anni e dieci mesi. Ora lo aspetta il giudizio della Cassazione. E non è escluso che per Cogliati Dezza possano aprirsi le porte del carcere.

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