La fiducia senza voti del Senato a Mario Draghi ha portato inevitabilmente al secondo passaggio al Colle del premier in pochi giorni. Stavolta, le sue dimissioni sono state irrevocabili e Sergio Mattarella non ha potuto fare altro che "prendere atto" della decisione, avviando l'iter che poterà a un susseguirsi di impegni burocratici con tempi serratissimi nelle prossime ore. Subito dopo le sue brevissime comunicazioni alla Camera, durate in tutto 10 minuti dall'ingresso all'uscita da Montecitorio, Draghi è salito al Quirinale per poi incontrare Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico.
La lettera di Draghi alla Camera
Un protocollo ben noto per una crisi di governo atipica, che si sta svolgendo in un perimetro inusuale per il nostro Paese. Mario Draghi è un presidente dimissionario senza aver avuto la sfiducia e a differenza di quanto era stato ipotizzato questa mattina, non tornerà a Montecitorio per ulteriori comunicazioni. La consuetudine vorrebbe un secondo passaggio del premier dopo l'incontro con il capo dello Stato e i presidenti di Camera e Senato ma Mario Draghi ha deciso di non comparire ulteriormente, affidando le sue parole a una lettera che è stata letta da Roberto Fico alla ripresa dei lavori alla Camera. Subito dopo, il presidente ha convocato la capigruppo e successivamente ci sarà un dibattito tra i deputati che effettueranno le proprie dichiarazioni in merito a quanto messo per iscritto dal presidente del Consiglio dimissionario.
I presidenti delle Camere da Mattarella
Nel pomeriggio, in ottemperanza all'articolo 88 della Costituzione italiana, anche Sergio Mattarella incontrerà il presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico. La prima, salirà al Colle alle 16.30, il secondo alle 17.00. Pare non si tratterà di vere e proprie consultazioni ma il capo dello Stato comunicherà ai rappresentanti dei due rami del parlamento italiano la decisione di sciogliere le Camere.
Il consiglio dei ministri serale
Subito dopo, nel tardo pomeriggio secondo il timig corrente, Mario Draghi ha convocato un consiglio dei ministri per adottare il provvedimento che definisce il perimetro per il disbrigo degli affari correnti.
Infatti, il premier dovrebbe rimanere in carica da dimissionario fino alle elezioni che, stando alle prime indiscrezioni, potrebbero essere indette per il 18 settembre, prima data utile valida per andare al voto. Le altre alternative sono il 25 settembre, vigilia di Rosh haShanah, il capodanno ebraico, che però non rappresenta un problema per la comunità italiana, e il 2 ottobre.
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