«Mi sentivo la morte dentro. E avevo paura che anche Mattia prendesse il virus, non riuscisse più a respirare o che finisse tutto con un aborto spontaneo» racconta Cristina, in lacrime, con la maschera per l'ossigeno distesa su un letto d'ospedale del reparto covid del Burlo Garofolo di Trieste. Per entrare nella zona rossa bisogna vestirsi da marziani con le protezioni che ti coprono dalla testa ai piedi. Non è l'anticamera dell'inferno come un reparto di terapia intensiva, ma le mamme con il Covid ti stringono il cuore. Sarebbero pronte a morire pur di salvare il loro bimbo. «La situazione è critica. Abbiamo registrato un notevole incremento dei casi di donne in gravidanza positive al Covid» spiega Giuseppe Ricci, ginecologo e direttore del Dipartimento materno neonatale e Terapie intensive
Cristina, incinta al settimo mese, ora sta meglio, ma ha passato momenti drammatici. «Saturazione bassa, difficoltà a respirare, febbre alta e dolori come se avessi contrazioni di continuo. Giravo per casa piangendo». Tutta la famiglia non era vaccinata e ha preso il Covid. «Anche la nonna e la mamma, che è in ospedale e sta male» ammette fra le lacrime. «Avevo paura di fare il vaccino. Internet ed i social mi hanno confuso. Non capivo più quale fosse la verità. E adesso diranno che vengo pagata per dire queste cose» sostiene Cristina. «Ho sbagliato a non dare retta al mio ginecologo . Appena posso andrò a vaccinarmi».
Ricci è sconsolato: «Stimiamo che a Trieste una donna in gravidanza su due non si vaccina». A settembre, secondo i dati del ministero della sanità, solo il 47% delle signore in attesa avevano aderito alla campagna vaccinale. «Non ho ricoverato neppure una donna in gravidanza per il vaccino - osserva Ricci - ma abbiamo trattato tante positive in condizioni drammatiche».
Il Covid quando si aspetta un bambino può essere molto pericoloso e provocare forme gravi o parti prematuri. Per non parlare delle difficoltà legate all'uso dei farmaci per non danneggiare il feto. La posizione prona con il pancione o ancora peggio l'intubazione è estremamente problematica. Nella «capitale» dei no vax si stima che il 10-15% di mamme in dolce attesa hanno avuto il Covid o sono positive al momento del parto. «Affrontano il momento più bello della vita da sole, senza il compagno al loro fianco solitamente pure lui in quarantena» spiega Maria Piazza, coordinatrice della sala parto al Burlo di Trieste. Solo in novembre il reparto ha avuto 14 ricoveri con pazienti positive in gravidanza. Numeri mai visti prima. E il pronto soccorso dell'ospedale infantile è un campo di battaglia. Il direttore, Alessandro Amaddeo, racconta che «abbiamo visto di tutto. Compresi pazienti che si rifiutavano di fare il tampone o di mettere in isolamento i propri figli perché non credevano al Covid».
Pure Lyombe, una mamma del Camerun che vive da tempo in Italia, ha sottovalutato il pericolo e non si è vaccinata. «Quando mi hanno detto che ero positiva sono scoppiata a piangere e non mi fermavo più.
Temevo di perdere il bambino o di contagiarlo, ma i medici mi hanno dato forza e speranza» racconta la mamma con il suo bebè in braccio nato da pochi giorni. Il neonato è negativo, ma Lyombe vuole lanciare un appello: «Le donne in gravidanza devono sapere che il Covid è un pericolo reale e bisogna vaccinarsi prima che faccia male a tuo figlio».
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