Dopo due mesi l'Italia si colora: la Sicilia in giallo. Sardegna salva

Oggi le decisioni della cabina di regia, diverso il destino delle due isole. In bilico la Calabria. Ieri lieve calo dei contagi a livello nazionale mentre tornano ad aumentare i ricoveri

Dopo due mesi l'Italia si colora: la Sicilia in giallo. Sardegna salva

Era il 27 giugno, esattamente due mesi fa. Quel giorno la Val d'Aosta trascorreva l'ultimo giorno in zona gialla. Il giorno dopo sarebbe diventata bianca come il resto dell'Italia, che regione dopo regione aveva guadagnato già questo privilegio grazie a un calo dell'incidenza dei contagi, che allora era il principale indicatore che stabiliva i colori. Ci siamo quindi goduti un'estate interamente in bianco. Ma oggi la mappa dell'Italia tornerà a macchiarsi di colore. Oggi la cabina di regia deciderà di passare la Sicilia in giallo. Usiamo l'indicativo e non il condizionale perché i numeri sono inequivocabili e non crediamo che si ricorra a un altro artificio contabile (l'aumento dei posti letto disponibili della scorsa settimana) per evitare ancora all'isola quella che va visto come uno strumento di prevenzione e non come una punizione. Peraltro lievissima, visto che il giallo rispetto al bianco comporta soltanto l'obbligo di utilizzare la mascherina anche all'aperto e il limite di quattro commensali per ogni tavolo al ristorante. Bazzecole.

I numeri inequivocabili, dunque. La Sicilia con i 1.097 nuovi contagi registrati ieri totalizza 9.715 contagi nell'ultima settimana, pari a 200,69 casi ogni 100mila abitanti (il limite da non superare sarebbe di 50); con i 752 ricoverati in area non critica su un totale di 3.817 posti letto disponibili tocca il 19,70 per cento di occupazione (il primo livello di allarme è fissato al 15 per cento); e con i 103 ricoverati in terapia intensiva su un totale di 934 posti letto disponibili raggiunge l'11,03 per cento di occupazione (limite al 10 per cento). Insomma: i tre paramentri superati e non di un soffio. Se oggi la Sicilia dovesse essere ancora salvata, qualcuno alla cabina di regia dovrà dare delle spiegazioni assai convincenti.

Potrebbe invece restare in bianco la Sardegna, che ha due parametri su tre sballati (l'incidenza dei contagi a 148,48 casi ogni 100mila abitanti e l'occupazione delle terapie intensive al 12,25 per cento) ma si salva con i ricoverati in area non critica, ancora sotto il limite del 15 per cento (14,23). E anche la Calabria può tirare un sospiro di sollievo: l'incidenza dei contagi è a 101,51, l'occupazione dei posti letto in area non critica al 16,20 per cento ma i pazienti Covid occupano il 7,69 per cento dei posti disponibili.

A livello nazionale il bollettino di ieri registra una situazione stabile. I casi sono 7.221, in lieve calo rispetto al giovedì precedente (7.260). L'indice di contagio rispetto ai 220.872 tamponi effettuati è del 3,27 per cento (il giorno prima del 3,09). I morti registrati sono 43, meno del giorno prima (59). Gli ospedali sono un po' più pieni: 4.562 in totale (+40 rispetto al giorno prima), 4.059 in area non critica (+36, con un tasso di occupazione del 7,00 per cento) e 503 in terapia intensiva (+4, tasso di occupazione del 5,61 per cento).

Un'occhiata anche alle vaccinazioni: 284.923 le dosi somministrate ieri, delle quali 114.545 prime dosi, 76.332.708 le somministrazioni totali con 36.949.522 persone interamente coperte, pari al 68,41 per cento degli «over 12». Secondo la proiezione di Lab24 a questo ritmo l'obiettivo di immunizzare l'80 per cento della popolazione vaccinabile verrebbe raggiunto il 28 settembre.

Per il report settimanale della fondazione Gimbe, «sono 4,6 milioni gli over 50 che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, di cui 3,52 milioni (il 12,9 per cento) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali (dal 19,6 della Sicilia all'8,2 della Puglia). Visto il sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in queste fasce d'età, i dati confermano l'esitazione vaccinale degli over 50, mentre salgono tutte le curve degli under 40».

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