Due o tre cose che so di Davigo. Ha avuto una pena eccessiva ma l'ha punito la Nemesi perché era cattivissimo

Due o tre cose che so di Piercamillo Davigo, noto pm di Mani pulite, ora in pensione e condannato dal Tribunale di Brescia a un anno e tre mesi di reclusione per la faccenda della loggia Ungheria

Due o tre cose che so di Davigo. Ha avuto una pena eccessiva ma l'ha punito la Nemesi perché era cattivissimo
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Due o tre cose che so di Piercamillo Davigo, noto pm di Mani pulite, ora in pensione e condannato dal Tribunale di Brescia a un anno e tre mesi di reclusione per la faccenda della loggia Ungheria, della quale egli divulgò documenti segreti. Un reato non gravissimo ma perseguibile.

La pena inflitta all'ex magistrato mi sembra eccessiva, ma questa è solo un'opinione. Penso anche che Davigo sia stato punito in base alla Nemesi storica, visto che lui quando era attivo era considerato inflessibile, cattivissimo. Un tempo lontanissimo su questo giornale scrissi un articolo scherzoso su Piercamillo definendolo intelligentissimo fin da ragazzino, al punto che quando eseguiva i compiti in classe, non volendo che i compagni copiassero il suo elaborato lo nascondeva dietro la carta asciugante. Non avessi mai osato sfotterlo sia pure bonariamente. Egli mi querelò per diffamazione e i suoi colleghi togati mi inflissero una antipatica punizione. Fui obbligato a risarcirlo versandogli una somma il cui ammontare non ricordo. Subii cosi una autentica ingiustizia.

Adesso è toccato a lui vestire i panni dell'imputato maltrattato forse perché non essendo più un collega dei giudici costoro lo hanno considerato una specie di Feltri qualunque. Credo di non sbagliare perché il reato attribuitogli non meritava un castigo così severo. Ma questa è la magistratura: per conoscerla bisogna assaggiarla. A proposito voglio raccontarvi un altro episodio che mi riguarda. Sempre molti anni orsono scrissi ancora per questo giornale un articolo sulla Boccassini, detta la Rossa. Ne feci un ritrattino dicendo che la signora mi faceva talmente paura che non sarei mai salito con lei sull'ascensore. Nulla di offensivo, intendevo soltanto strappare un sorriso al lettore. Lei invece se la prese talmente tanto al punto che mi querelò. Solita diffamazione a mezzo stampa. E solito processo che ovviamente si concluse con una condanna. Dovetti sborsare anche stavolta una considerevole somma. Adesso c'è un tribunale che mi vuole giudicare perché ho scritto che il Meridione è inferiore al Settentrione, come fosse una novità che la situazione al Sud sia più critica che al Nord.

Il mio giudizio non era certo di tipo antropologico, bensì economico e organizzativo. In base alla esperienza che ho maturato devo attendermi addirittura il carcere. Poi qualcuno rimprovera i giornalisti perché criticano la Giustizia.

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