
«Malissimo, chiusura su tutto e lei, la Meloni, sempre all'attacco, ad accusarci di far politica, anche citando la email di Paternello». La prima voce che filtra dalla giunta, all'uscita dal vertice di Palazzo Chigi tra governo e Anm, parla di 2 ore e mezzo davvero difficili per le toghe, senza alcuna concessione. Non se l'aspettavano, pensavano di trovare almeno un tono più dialogante. Ma non è stato così. La premier, raccontano, è stata molto ferma, ha ribadito che la riforma sulla separazione delle carriere è «ineludibile», che non ci sarà alcuna modifica e soprattutto ha criticato la politicizzazione della magistratura, citando il giudice di Cassazione Paternello che l'ha attaccata ad ottobre con i colleghi di Magistratura democratica, scrivendo in una email che lei è «più pericolosa di Berlusconi».
All'incontro i magistrati sono andati con la coccarda tricolore sulla giacca, sfoggiata allo sciopero del 27 febbraio. Il presidente dell'Anm Cesare Parodi, di Magistratura indipendente, ha cercato di smorzare: «Non considero l'incontro un fallimento, abbiamo fatto chiarezza. Non mi pento di averlo chiesto e non è stato inutile. Mai pensato che il governo potesse tornare indietro, ma era doveroso conoscersi e spiegare le ragioni tecniche e non ideologiche della nostra opposizione. Spero che getti le basi di una maggiore fiducia tra le parti», dice al Giornale. Su una cosa l'Anm è stata rassicurata: nessuna ipotesi di togliere al pm il controllo della polizia giudiziaria, come ha scritto Il Fatto. Per il resto, tutte le obiezioni alla riforma sono state smontate dal ministro della Giustizia Nordio e dal sottosegretario Mantovano. Il vicepremier Salvini è intervenuto solo per concordare con Meloni, mentre l'altro vice Tajani ha insistito sulla necessità di evitare connotazioni politiche delle toghe, che creano sfiducia nei cittadini. Per l'Anm era presente anche il segretario generale Rocco Maruotti (foto). «Anche un membro del Csm sorteggiato - ha obiettato Parodi- può avere un'impronta politica. Possiamo sbagliare, accettiamo le critiche ma chiedo maggiore rispetto per i magistrati, che vengono spesso accusati di fare provvedimenti ideologici». Il sorteggio dei membri dei due nuovi Csm è uno dei punti sui quali l'Anm sperava in uno spiraglio. «Perché - dice un alto esponente delle toghe - dovrebbe valere solo per noi magistrati ordinari e non per amministrativi o contabili? Per non cambiare la riforma si può estenderlo a tutti. Una chiusura così mette in difficoltà anche la magistratura moderata».
Con il documento in 8 punti sulle condizioni di lavoro, all'organico all'informatizzazione alle carceri, l'Anm voleva dimostrare «una volontà costruttiva su aspetti che davvero riguardano l'efficienza del sistema». Ma ha ottenuto solo il rinvio ad un generico approfondimento.
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