Napoli - Scaricato dalla politica nazionale e con la città distratta da ben altri problemi, Luigi de Magistris si è rivolto all'unico che potrebbe dargli una mano col Comune a un passo dal crac finanziario. «San Gennà, sciogli il debito» recita l'invocazione affissa alla riproduzione della teca contenente il sangue del Patrono, issata davanti a Palazzo San Giacomo poco prima della manifestazione contro il rischio dissesto. «Ci fermeremo e fermeremo la lotta quando ci cancelleranno il debito. Anzi dopo la giornata di oggi non è neanche più sufficiente cancellare il debito, ci devono risarcire perché siamo vittime della stagione del terremoto e dell'emergenza rifiuti», arringa la (poca) folla presente in piazza del Municipio, il sindaco. Tremila manifestanti secondo la Questura, forse meno della metà contando più attentamente. All'appello ci sono tutti gli arancioni: i consiglieri comunali e metropolitani, staffisti e familiari, dirigenti municipali, gitanti col cappellino rosso (che qualche malalingua attribuisce al segnale di riconoscimento del consigliere ex Forza Italia, Gabriele Mundo) e soprattutto i lavoratori delle partecipate.
I cittadini, quelli a cui si era rivolto il sindaco evocando la «più grande mobilitazione popolare dal Dopoguerra in Italia», sono rimasti a casa. DeMa, ieri, ha protestato contro la sentenza delle sezioni unite della Corte dei Conti che ha scoperto una mancata posta in bilancio pari a 85 milioni di euro, dovuta al consorzio Cr8 per alcuni lavori di ricostruzione post-sisma del 1980, che ha dato origine a una multa di pari ammontare. Debito «ingiusto» secondo l'ex pm, che si somma al deficit di 2,5 miliardi di euro di questi ultimi 4 anni. «Non avranno pace quelli che si gireranno dall'altra parte», ha giurato Giggino. Annunciando, peraltro, la richiesta di un incontro col presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
I toni sono quelli dell'eroe solitario. «Io questa battaglia la combatto in prima persona a petto nudo mettendomi davanti. È iniziato il nostro contrattacco ai poteri forti ha concluso de Magistris - avranno il nostro fiato sul collo».
A poche centinaia di metri, la contromanifestazione organizzata dalle associazioni cittadine che reclamano lo scalpo del primo cittadino. «Il debito ingiusto non esiste. Ed è paradossale che un ex magistrato promuova una manifestazione di piazza contro una sentenza. I cittadini dicono basta, siamo stufi», ha attaccato Gaetano Brancaccio, promotore del comitato «Verità per Napoli». L'evento inizialmente ha visto in piazza anche Forza Italia, Lega e Pd che però ha lasciato dopo l'arrivo degli esponenti di Casapound, guidati dalla battagliera Emmanuela Florino.
«Era ed è il consiglio comunale la sede propria e giusta per discutere di bilancio, di debito ed irregolarità contabili, del futuro di Napoli ha bacchettato tutti l'ex sindaco Antonio Bassolino Bisognava già averlo fatto prima».
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