E la Germania diventò il "Quarto Reich"

L'ultimo libro di Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano: la Merkel e la scalata tedesca all'egemonia in Europa

E la Germania diventò il "Quarto Reich"

È stata Anne Applebaum, in un commento pubblicato sul Washington Post nel settembre 2013 e intitolato «Angela Merkel, the empress of Europe» (Angela Merkel, l'imperatrice d'Europa), a usare l'espressione «Fourth Reich» (Quarto Reich): definizione da brivido, probabilmente esagerata, ma che potrebbe riassumere i sentimenti di molti cittadini europei di fronte a una crisi. La locuzione si è talmente diffusa che compare persino come voce dell'enciclopedia online Wikipedia, dove si legge che «il termine “Quarto Reich” si riferisce alla possibilità di un'ascesa e ritorno al potere in Germania e in Europa» del nazionalsocialismo (...). Nell'agosto 2012 è stato il direttore del Giornale , Alessandro Sallusti, a intitolare un suo commento «Quarto Reich», scrivendo che «di fatto, da ieri, l'Italia (e non solo lei) non è più in Europa ma nel Quarto Reich», e aggiungendo: «Monti ci sta vendendo, per codardia e incapacità, più o meno come fece il primo ministro inglese Chamberlain nel '38 a Monaco». Lo stesso ha fatto il blog del Movimento 5 stelle dove si sostiene che «sulle macerie del Sud Europa sta nascendo il Quarto Reich».

Per oltre un secolo, da quando alla fine dell'Ottocento conseguì con Bismarck l'unità statale e politica, la Germania ha coltivato una volontà di egemonia nei confronti dell'Europa. Un progetto geopolitico che si è tradotto in due sanguinose guerre, la Prima guerra mondiale condotta dall'esercito imperiale del Kaiser e la Seconda, tragica e atroce, scatenata da Hitler. Quando il problema tedesco sembrava definitivamente superato dalla storia, anche grazie alla costruzione unitaria europea esso riappare all'orizzonte. Quell'egemonia che la Germania non è riuscita a conquistare con le armi belliche sembra essere stata «pacificamente» conseguita con l'arma economica. L'era della moneta unica europea, infatti, è diventata l'epoca della grande egemonia tedesca, dove Berlino prospera e gli altri popoli europei soffrono una recessione senza precedenti. Angelo Bolaffi, filosofo e germanista, ha scritto: «Alla base del risentimento antitedesco che circola oggi in Europa non ci sono più, dunque (solo), le colpe storiche del passato, ma piuttosto le scelte del presente: la Germania, forte della sua forza, pretende – così pensa un diffuso senso comune – di trasformare la propria ossessione per il rigore finanziario e la stabilità monetaria nella Costituzione materiale dell'Europa, minacciandone in tal modo gli equilibri economici, le conquiste sociali e persino il funzionamento dei sistemi democratici».

Quasi settant'anni fa la Germania usciva da una guerra disastrosa, ridotta in macerie materiali e soprattutto morali, con la responsabilità e l'onta del crimine più grave contro l'umanità, la Shoah. Ora, come ha osservato il sociologo Ulrich Beck, apprezzato docente alla London School of Economics, «si è trasformata da docile scolaretta in maestra dell'Europa». L'Unione europea nacque, nel pensiero e negli intendimenti di chi la volle, per evitare, dopo due sanguinose guerre, che l'Europa potesse tornare a essere terreno di fratture e di egemonie, che potesse ripetersi una «guerra civile europea». Oggi, invece, l'Europa è percepita come una minaccia alla stabilità economica e sociale di milioni di cittadini del Vecchio continente. E la Germania, a torto o a ragione, viene identificata con le politiche rigoriste, con l'astrattismo formale e il deficit di democrazia che questa Europa ha espresso. L'Unione appare costruita secondo il modello sociale ed economico del Nord Europa, senza considerare le peculiarità e le caratteristiche storiche dei popoli latini.

***

L'euro è stato l'eldorado della Germania. «In due mosse Berlino ha dato scacco ai partner latini usando la nascita dell'euro e i parametri di Maastricht» ha scritto Marco Fortis. Aggiungendo: «È del tutto falso che la forza dei tedeschi sia nell'export verso gli Stati che stanno vivendo una fase di espansione. I surplus commerciali sono cresciuti prima che cominciasse la grande crisi, soprattutto grazie alla moneta unica. Dal 1999 al 2007 l'import tedesco di merci italiane è volutamente calato in tutti i settori produttivi. Dal 2008 in poi Berlino è riuscita inoltre a finanziare a basso costo i propri crescenti disavanzi a scapito dei Paesi mediterranei. L'esposizione della Germania verso l'estero è cresciuta di 345 miliardi. E l'Italia passava per sorvegliata speciale. Nonostante i sacrifici fatti dalle famiglie italiane la Ue non è ancora soddisfatta».

Da diversi anni la Germania fa segnare un surplus delle sue partite correnti, un eccesso di esportazioni che viola i Trattati istitutivi dell'euro, i quali prevedono che l'attivo della bilancia dei pagamenti non superi il 6 per cento del Pil nella media triennale e che il passivo non vada oltre il 4 per cento del Pil. Ebbene, da molto tempo Berlino trasgredisce quelle norme europee che è inflessibile a invocare per altri casi e per altri parametri, giungendo a un surplus corrente del 7,9 per cento del Pil, una dimensione da record per uno Stato a economia matura. Su questo punto il governo tedesco ha subìto anche le critiche del Tesoro e del dipartimento del Commercio americani. Per ridurre l'eccessivo surplus corrente, Berlino dovrebbe far crescere la domanda interna, incentivando i consumi e incrementando la spesa pubblica con investimenti infrastrutturali, aumenti dei salari e dell'inflazione. Tutte cose che la cancelliera Merkel, gelosa del primato tedesco, non ha alcuna intenzione di fare.

In altre parole, la Germania, secondo quanto ritiene più di un analista, pretende di esportare senza consumare, di vendere senza investire, contribuendo alla crisi economica del Sud Europa. In teoria l'Unione europea avrebbe gli strumenti giuridici e i motivi di fatto per intervenire ma, al di là di qualche blando e formale richiamo, subisce l'egemonia tedesca. Il finlandese Olli Rehn, ex calciatore, commissario europeo agli Affari monetari che si è distinto per i continui richiami all'Italia e per le posizioni smaccatamente filotedesche, ha definito la questione «semplicistica» ed «eccessivamente politicizzata».

Nella sua inchiesta Fortis ricorda quali erano le condizioni economiche della Germania prima dell'inizio della stagione dell'euro. «Nel 1998, prima che cominciasse l'era dell'euro, la Germania era la “malata d'Europa”, col Pil che cresceva molto meno di quello italiano. Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1796 miliardi di euro contro i 2229 miliardi delle famiglie italiane. Il debito pubblico tedesco del 1998, se espresso in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie anziché del Pil, era di gran lunga più elevato (66%) di quello italiano (56%)».

Nel 2004, secondo quanto stimò l'allora ministro delle Finanze tedesco Hans Eichel, il rapporto deficit/Pil della Germania sforò i parametri di Maastricht e raggiunse il 3,9 per cento. L'anno precedente, il deficit si era attestato al 3,8 per cento e più o meno, in quel biennio, lo stesso deficit fu conseguito dalla Francia. L'istituto di ricerca economica Diw stimò, invece, lo sforamento in un 4,3 per cento. Dunque, per tre anni consecutivi, dal 2002 al 2004, sia la Germania sia la Francia hanno avuto un deficit superiore al 3 per cento; nel 2005 il deficit francese è rientrato nei parametri, mentre quello tedesco era ancora al di sopra, attestandosi al 3,2 per cento.

Trattati e leggi europee alla mano, i due influenti Paesi avrebbero dovuto essere sanzionati e subire una severa procedura d'infrazione, ma così non fu. In occasione del Consiglio europeo di Napoli, nel novembre 2003, con l'Italia presidente di turno dell'Unione, Francia e Germania furono «graziate». Tra i motivi di tanta clemenza, il tasso di disoccupazione tedesco, giunto all'11,7 per cento.

Italia e Germania, Paesi manifatturieri centrati su un'economia di trasformazione, da decenni hanno fatto delle esportazioni il fulcro delle rispettive economie. Ma in questo campo Italia e Germania sono in competizione frontale, poiché c'è una sovrapposizione in quasi tutti i settori produttivi, nel senso che in ogni parte del mondo si può comprare una macchina utensile, un elettrodomestico, un apparecchio elettromedicale, un prodotto farmaceutico, un cacciavite di marca italiana o tedesca. Lo scontro è anche geografico, perché entrambi i Paesi puntano ai mercati dell'Est Europa, agli Stati Uniti, all'America Latina. Fra i due Paesi esiste anche un importante interscambio diretto: la Germania è infatti il mercato più consistente per esportare le nostre merci e, nel contempo, importiamo dalla Germania più che da ogni altra nazione. Una volta, soprattutto negli anni Settanta, i tedeschi erano il piatto ricco dell'intero movimento turistico verso il Belpaese, mentre oggi, pur essendo ancora una fetta consistente, sono diminuiti (circa 11 milioni l'anno) perché molti di loro si indirizzano verso la Spagna, la Grecia e gli Stati dell'ex Iugoslavia (...).

Resta poi, lapidario, il giudizio di Fortis: «Ciò che ha reso davvero ricca e creditrice la Germania verso l'estero, mettendola nella condizione di dettare oggi legge in Europa, è stato l'euro, non le riforme e tantomeno la crescita del Pil». Rimesse in ordine alcune verità, non si può contrapporre alla vulgata fino a oggi dominante un'altra che aspira a costruire una nuova egemonia. La virtuosità della Germania, l'opportunità di alcune sue riforme, il prestigio della sua classe dirigente sono fattori che non possono essere negati né trascurati. Allo stesso modo non si possono negare gli errori e le facilonerie delle élite (non solo quelle politiche) che hanno guidato i Paesi che ora sono in difficoltà.

Resta il fatto che, per merito proprio e demerito altrui, la Germania ha costruito un sistema europeo prevalentemente a suo vantaggio, quello che Beck chiama «euro-nazionalismo tedesco», in virtù del quale Paesi come l'Italia e la Spagna restano nell'euro ma, in un gioco di parole e di realtà, vengono «esautorati».

Commenti
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Avatar di Umberto1949 Umberto1949
5 Ott 2014 - 16:41
Sto leggendo il libro in questione, chiaro e terribile nello stesso tempo!

Chiaro, perchè elenca i fatti e gli antefatti nudi e crudi, così come sono successi e come ancora succedono.

Terribile, perchè ciò che narra è quella realtà, taciuta fino a pochi mesi fa, ma che già era trapelata, ed in alcuni casi chiaramente esternata da chi l’ebbe a subire in prima persona (il suo cognome comicia per Berl... e finisce per ...usconi!!!).

Quella, che è narrata nel libro, è la storia di un colpo di stato europeo (forse anche più di uno) ai danni dell’Italia (e non solo), realizzato con la complicità di certi personaggi italiani (politici e non), grazie al quale le condizioni di vita di molti milioni di italiani sono crollate al di sotto del livello di povertà, e lo stato di fatto della nazione si è tradotto in una recessione economica e sociale, di cui non si riesce a vedere la fine!!!

In una nazione CIVILE, quale l’Italia dovrebbe essere, quei certi personaggi italiani (politici e non), di cui sopra, avrebbero dovuto già da tempo essere arrestati, accusati e processati per alto tradimento, quindi incarcerati per potere meditare diversi anni sui loro misfatti, interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e da qualunque carica direttiva anche nel privato, nonchè subire la confisca di tutti i loro beni.

Poi l’Italia avrebbe dovuto, seduta stante, uscire dall’Europa Unita e dall’Euro, per riprendersi quella sovranità nazionale, che le è stata strappata a suon di trattati e ricatti; e contestualmente avrebbe dovuto rivedere i suoi rapporti con la Germania e con gli altri stati europei, con essa collusi nelle sue trame di egemonia politica e finanziaria.

Invece, grazie alle varie scimmiette Non Vedo, Non Sento, Non Parlo (però frego!!!) di casa nostra, grazie alla finanza in doppio petto (in confronto alla quale la criminalità organizzata meriterebbe la beatificazione), e grazie all’indottrinamento ideologico di una certa parte politica (indovinate quale?), la situazione è quella sotto gli occhi di tutti!!!

Situazione abbastanza simile a quella di oltre 90 anni fa; solo che allora ci fu un certo Benito Mussolini, che, seppure anche a suon di calci in culo, riuscì a rimettere in piedi la baracca; oggi, purtroppo, non vedo all’orizzonte un altro Duce!!!

Per la cronaca: io NON sono fascista!

Umberto1949 - 05.10.2014
Mostra tutti i commenti (20)
Avatar di Leonardo Marche Leonardo Marche
5 Set 2014 - 16:37
"...È del tutto falso che la forza dei tedeschi sia nell'export verso gli Stati che stanno vivendo una fase di espansione. I surplus commerciali sono cresciuti prima che cominciasse la grande crisi, soprattutto grazie alla moneta unica. Dal 1999 al 2007 l'import tedesco di merci italiane è volutamente calato in tutti i settori produttivi.." Si, ma si dimenticano di dire che c'è sovrapposizione tra i nostri prodotti e quelli cinesi e non è che la Germania non ha voluto comprare i nostri prodotti... semplicemente la Cina gli ha offerto le nostre copie a prezzi molto più bassi. Cioè abbiamo perso quote di mercato perchè su tanti settori abbiamo subito la concorrenza assimmetrica cinese (confezioni, arredamento casa, ecc). Settori che erano il cuore del made in Italy e che sostenevano con le piccole aziende la nostra economia. E la forza della Germania è nell'export fuori dall'EU, anche con la Cina, paese verso il quale insieme agli olandesi esporta più di quanto importa, unico caso in Europa. Per questo non ha voluto frenare i cinesi con dazi e similiari, per non compromettere il suo business, fregandosene completamente di ciò che subivano paesi come il nostro. In 4 parole: vita mea mors tua. Qui sta tutta la prepotenza e l'egoismo teutonico. Piuttosto mi chiedo, come mai gli italiani che subiscono danni enormi, non riescono a denunciare e fermare la Germania? Per cortesia spiegatecelo!
Avatar di manasse manasse
5 Set 2014 - 16:47
e questo è il motivo del perchè hanno fatto fuori BERLUSCONI l'unico che aveva capito l'antifona e faceva affari per L'ITALIA con Putin e Gheddafi prendendosi gli sberleffi dei sinistronzi italioto e la nevrosi da bile dei crucchi e dei galletti francesi ora solo dei polli
Avatar di nonmollare nonmollare
5 Set 2014 - 16:48
e come Mussolini che è ormai noto non aveva nessuna intenzione di entrare in guerra nel '40, anche Berlusconi è stato fatto fuori. tutte e due pensavano all'Italia e non al resto del carrozzone. Piaccia o non piaccia....questa è la verità ormai storica.
Avatar di nonmollare nonmollare
5 Set 2014 - 16:51
@Leonardo Marche...egregio, in poche parole l'ho spiegato prima nel mio commento. L'unico che voleva fermarli era Berlusconi, e sappiamo come è andata. Processare Napolitano per alto tradimento sarebbe ancor poco.
Avatar di nonmollare nonmollare
5 Set 2014 - 16:52
...per tutti i lettori e poi chiudo...andatevi a rivedere il filmato del TG1 sull'Ukraina. Guardate cosa portano sull'elmetto chi combatte "per" l'Ukraina!!!!
Avatar di 02121940 02121940
5 Set 2014 - 17:24
Da Hitler a Merkel. Cambiano i metodi, ma l'obbiettivo è il medesimo: la Krande Ghermania. Viva Hitler!
Avatar di vince50 vince50
5 Set 2014 - 18:04
Come al solito loro sono un passo avanti,oppure noi capiamo le cose a fatto compiuto.Ormai l'inchiappettamento è fatto,inutile mettere il tappo.
Avatar di Gimand Gimand
5 Set 2014 - 18:56
Dimenticate però la legione di sabotatori che abbiamo avuto qui in Italia. Quelli della Volkswagen, ad esempio, saranno sempre grati agli "scioperai" della FIOM che in 40 anni gli hanno messo in ginocchio la concorrenza della FIAT. E che dire dell'industria degli elettrodomestici? Ed i servizi pubblici che hanno tagliato le gambe al nostro turismo? E fermiamoci qui, per carità. Quello che scrive Fortis è vero ma noi ci abbiamo messo del nostro. Che poi, gli stessi che in passato hanno sabotato nel nome di Stalin, di Breznev, di Castro o di Mao Tse Tung, oggi facciano il tifo per la Merkel e per i crucchi...Non stupisce più di tanto: tanto peggio, tanto meglio.
Avatar di Luigi Farinelli Luigi Farinelli
5 Set 2014 - 20:14
Concordo con Leonardo marche e manasse. Ho però paura che la domanda formulata da Leonardo rimarrà senza risposta. Non c'è peggior sordo...Stiamo diventando (come gli altri in Europa), un Paese di galline d'allevamento.
Avatar di Cirilla Cirilla
5 Set 2014 - 21:00
Siete ingiusti verso la Mekel e ricordatevi piuttosto come Adenauer oltre che i nazisti ha escluso da ogni posto pubblico anche i comunisti, mentre noi, scemi, ce li siamo tenuti e addirittura Tgliatti nominato ministro della giustzia e adesso con il suo aiuto appunto imperano (la scuola fondata a Napoli nel '48 da lui ha dato i suoi frutti). Ciao, Cirilla
Avatar di backstop backstop
5 Set 2014 - 21:21
è dal 2002 che si parla di quarto reich, altro che 2012. e su internet anche molto prima. che poi ovviamente è esagerato visto che sono proprio i governi che non vogliono unirsi e neanche la germania.
Avatar di scandalo scandalo
5 Set 2014 - 21:58
Frau Nosferatu !!
Avatar di Dobermann Dobermann
5 Set 2014 - 22:03
Qualche precisazione doverosa. La Germania perse la guerra per colpa nostra, di noi italiani. Meglio ancora, dei generali italiani più che degli italiani, già dubbi durante la Grande Guerra (rimando alla pubblicazione fatta da Libero per scoprire molte notizie interessanti che, ovviamente, nelle scuole e nelle Università sono tabù). Non sto certamente facendo apologia nei confronti di barbari assassini. Mussolini, in realtà, essendo cosciente del destino che fecero gli imperi centrali a causa e dopo la Grande Guerra per il 'doppio fronte', usò la logica e pensò che sarebbe stata un'avventura disastrosa. Ma il toro rosso, in realtà, già meditava di invadere la Polonia e in seguito la Germania. Ecco perché l'operazione Barbarossa. Tornando all'articolo, in realtà si dovrebbe parlare di Quinto Reich. Stando a molti storici e analisti, il Quarto è in corso negli USA, la Nazione che, tranne quelli che fece impiccare a Norimberga, fu contentissima di raccogliere l'eredità militare, tecnica, politica e culturale del Fuhrer! La Germania ebbe il grande balzo grazie anche alle ricchezze e alle aziende che tornarono in patria dall'America Latina. Molti erano braccati, altri boia potevano circolare indisturbati.
Avatar di chicolatino chicolatino
5 Set 2014 - 22:56
manasse: da lontano osservatore in USA vedo che finalmente qualcuno prova perlomeno a fare 2+2...se si perdono di vista i fattori economici e gli interessi propri, non si capira' mai nulla di geopolitica...l'Italia con Silvio aveva raggiunto un rapport privilegiato con libia e Russia, due paesi "scomodi" ma guarda caso dai potenziali immensi...tutto il resto sono frottole per I beduini privy di un minimo di material grigia... l'ucraina e' un'altro di questi paesi...invite a informarsi su Burisma...e su chi sia uno dei memri del CdA (lo anticipo: il figlio di J. Biden, vice president USA...) saluti dagli USA
Avatar di alox alox
5 Set 2014 - 00:11
Gelosa e golosa la c.lona....detto questo pero’ il problema dell’Italia no e’ l’euro, ma dalla ormai sfiducia degli italiani, dei piccoli artigiani, commercianti,(gli EVASORI) sfiducia dovuta alla “carcerazione” del leader del centro destra; il leader di gran parte degli imprenditori voluta (come ricordate) da Monti, dettata dalla c.lona e per braccio di giudici senza scrupoli e intoccabili!

L’Italia ha poche speranze di uscita dalla crisi, gli italiani hanno abbandonato, quelli che rimangono son e vogliono l’impiego statale!
Avatar di gpl_srl@yahoo.it gpl_srl@yahoo.it
6 Set 2014 - 06:10
a questa signora manca la divisa marrone e due baffetti da sparviera: il pensiero non cambia nei fatti con la differenza di una egemonia che non attacca gli israeliti ma attacca l' europa intera a suon di pseudo marchi oramai divenuti euro: a noi una evidente sentenza: fuori dalla zona euro per sopravvivere nelle fasi di una lenta ripresa economica inesistente se ricercata al fianco di questa germania cui finanziariamente tutto è permesso al contrario di questa oramai povera italia cui Monti e il quirinale, hanno tolto ogni dignità inserendoci in un modo da terzo reich economico: e che gli italiani la smettano di acquistare macchine , macchinari e prodotti tedeschi e pensino in italiano a proteggere gli interessi della produzione italiana
Avatar di patrenius patrenius
6 Set 2014 - 08:49
Che il quarto Reich sia nato e stia crescendo io l'avevo visto e previsto. Il finale: lo stesso degli altri tre. Europa in macerie, questa volta solo economiche. Inghilterra in testa, Olanda, Francia e Italia dietro, cresce la voglia di uscire. Quale uomo di buon senso può volere questa ammucchiata di burocrati grassi e nullafacenti di 29 paesi che stanno bene insieme come crauti e tiramisu: prima usciamo e meglio è. Questo non è il sogno di Schuman,Adenauer e DeGasperi.Questa e solo un magnamagna in salsa teutonica.
Avatar di franco-a-trier_DE franco-a-trier_DE
6 Set 2014 - 10:19
gpl ho scritto in un altro capitolo a voi italiani di comprare auto italiane Fiat e altre perche quelle tedesche non valgono un cazzo specialmente le Mercedes Audi Ford ecc.baffetti e armi non ne ha al posto dei baffetti ha due grosse palle non credi gpl?A proposito gpl cosa hai una stazione di servizio di gpl? Devi dire agli italiani specialmente a titolari di hotel case e stazioni balneari di non venire in Italia e di indirizzarli in Spagna Grecia Portogallo che là sono più economici che in Italia inoltre là non si paga quella truffa legalizzata che si chiama coperto nei ristorante scrivilo che tutti possano leggere.
Avatar di franco-a-trier_DE franco-a-trier_DE
6 Set 2014 - 10:25
comunque scherzi a parte , voi non conoscete la potenza di questa nazione germanica potenza economica , militare e organizzativa e industriale sopratutto.Il fatto che la parola crisi qui non esiste è già qualcosa, qui chi vuole andare a lavorare in una settimana trova.Poi si può anche criticare questa.
Avatar di Umberto1949 Umberto1949
5 Ott 2014 - 16:41
Sto leggendo il libro in questione, chiaro e terribile nello stesso tempo!

Chiaro, perchè elenca i fatti e gli antefatti nudi e crudi, così come sono successi e come ancora succedono.

Terribile, perchè ciò che narra è quella realtà, taciuta fino a pochi mesi fa, ma che già era trapelata, ed in alcuni casi chiaramente esternata da chi l’ebbe a subire in prima persona (il suo cognome comicia per Berl... e finisce per ...usconi!!!).

Quella, che è narrata nel libro, è la storia di un colpo di stato europeo (forse anche più di uno) ai danni dell’Italia (e non solo), realizzato con la complicità di certi personaggi italiani (politici e non), grazie al quale le condizioni di vita di molti milioni di italiani sono crollate al di sotto del livello di povertà, e lo stato di fatto della nazione si è tradotto in una recessione economica e sociale, di cui non si riesce a vedere la fine!!!

In una nazione CIVILE, quale l’Italia dovrebbe essere, quei certi personaggi italiani (politici e non), di cui sopra, avrebbero dovuto già da tempo essere arrestati, accusati e processati per alto tradimento, quindi incarcerati per potere meditare diversi anni sui loro misfatti, interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e da qualunque carica direttiva anche nel privato, nonchè subire la confisca di tutti i loro beni.

Poi l’Italia avrebbe dovuto, seduta stante, uscire dall’Europa Unita e dall’Euro, per riprendersi quella sovranità nazionale, che le è stata strappata a suon di trattati e ricatti; e contestualmente avrebbe dovuto rivedere i suoi rapporti con la Germania e con gli altri stati europei, con essa collusi nelle sue trame di egemonia politica e finanziaria.

Invece, grazie alle varie scimmiette Non Vedo, Non Sento, Non Parlo (però frego!!!) di casa nostra, grazie alla finanza in doppio petto (in confronto alla quale la criminalità organizzata meriterebbe la beatificazione), e grazie all’indottrinamento ideologico di una certa parte politica (indovinate quale?), la situazione è quella sotto gli occhi di tutti!!!

Situazione abbastanza simile a quella di oltre 90 anni fa; solo che allora ci fu un certo Benito Mussolini, che, seppure anche a suon di calci in culo, riuscì a rimettere in piedi la baracca; oggi, purtroppo, non vedo all’orizzonte un altro Duce!!!

Per la cronaca: io NON sono fascista!

Umberto1949 - 05.10.2014
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