«Quando una barca carica passa dalle coste marocchine, i migranti a bordo hanno già il numero di telefono della nave Ong che li raccoglierà» dichiara senza peli sulla lingua, Nasser Bourita, ministro degli Esteri di Rabat alla conferenza internazionale di ieri alla Farnesina. A pochi chilometri di distanza, allo Spin Time Labs, i talebani dell'accoglienza tengono un contro summit. Lo slogan principale non lascia dubbi: «Fra Ue e Africa accordi vergogna». La bestia nera delle Ong è il memorandum firmato da Bruxelles con la Tunisia, fortemente voluto da Giorgia Meloni. Il contro summit è stato organizzato da Mediterranea saving humans e Refugees in Libya per confutare la «narrazione governativa sul Mediterraneo e sull'Africa, basata sul sistematico occultamento della violazione dei diritti umani operata dai regimi al potere in questi Paesi». Al contro summit ha preso la parola Majdi Karbai, oppositore tunisino: «Nel mio paese non c'è democrazia, non c'è libertà. Ecco perchè la gente scappa. Quello di Kais Saied (il presidente nda) è un regime dispotico e l'Europa gli dà aiuti per mantenerlo solido ed esternalizzare così il controllo delle sue frontiere. È una forma di neocolonialismo». L'obiettivo è chiaro: bollare la Tunisia come stato paria, alla stregua della Libia, che non ha diritto ad un solo euro. Così «le persone in movimento» come chiamano curiosamente i migranti, possono continuare a dirigersi verso Lampedusa dopo aver pagato 300-400 euro i trafficanti per un posto su pericolosi barchini in ferro.
Il mondo delle Ong è in fibrillazione perchè sono stati presi in contropiede dall'inedito asse fra Palazzo Chigi e la Commissione europea. L'aspetto paradossale è che Mediterranea significa Luca Casarini e soci che rischiano un processo a Ragusa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con l'aggravante del profitto. Alcuni passaggi del contro summit ricordano il linguaggio dell'estremismo rosso negli anni settanta. «Gli accordi della vergogna» sono l'esempio di come «l'Unione Europea concepisca le sue relazioni con i Paesi africani: un appoggio economico, politico e militare a governi autoritari che violano sistematicamente i diritti umani in cambio di misure di esternalizzazione delle frontiere, che pongono sempre più ostacoli alle persone in movimento, e libero accesso alle risorse naturali affinchè possano essere sfruttate in un contesto di relazioni neocoloniali». La mobilitazione contro l'asse Roma-Bruxelles sui migranti è generale con in prima fila le Ong del mare, che portano migranti in Italia. Emergency chiede «al Parlamento italiano e a quello europeo di condannare con fermezza» l'accordo Ue con la Tunisia. Medici senza frontiere e Save the children si sono pure schierati come 27 Ong, che hanno inviato una lettera aperta a Palazzo Chigi infarcita di accuse.
Il copyright di Angelo Bonelli, deputato di Avs. «Come si può sentire Saied parlare di lotta ai trafficanti di migranti, quando il governo tunisino prende i migranti che camminano per strada per poi lasciarli nel deserto senza acqua né cibo?».
Gli fa eco Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana che contrappone «le banali parole di Meloni, Tajani e di qualche dittatore nordafricano intrise nient'altro che di retorica e di egoismo» al «dignitoso appello di Papa Francesco di non ignorare il dramma dei migranti». Per il M5s, sono «vuoti esercizi di retorica e propaganda». Idem per Laura Boldrini del Pd che attacca «un governo che aveva promesso porti chiusi e blocchi navali e ora non ha più punti di riferimento».
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