E l'Europa prepara il "sovranismo energetico"

Acquisti congiunti e obbligo di riserve. Via libera agli aiuti di Stato alle imprese

E l'Europa prepara il "sovranismo energetico"

L'Unione europea accelera sulla stretta in materia energetica nei confronti della Russia con l'intensificarsi del conflitto in Ucraina. La Commissione europea è al lavoro sul piano energetico «anti Putin» che permetterà agli Stati membri di fare a meno del gas russo, che da ieri dovrà pure essere pagato in rubli. Si tratta di un piano che richiederà tempo per essere realizzato, ma la strada è tracciata. L'obiettivo è fermare le importazioni energetiche da Mosca. offrendo un'alternativa valida ai governi nazionali fino ad ora timidi su questo fronte per il timore di un effetto boomerang.

La proposta della Commissione si basa su due elementi chiave: gli acquisti congiunti e l'obbligo di riempire le riserve. Il primo punto si articola sulla possibilità dell'Ue di esercitare maggiore peso nei negoziati per i prezzi come spiegato dal vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic.

Sefcovic ha sottolineato la necessità di «cooperare e coordinarci», evitando una competizione europea sulla fornitura di gas nel mercato globale per «ridurre significativamente la nostra dipendenza energetica dalla Russia». Un coordinamento che potrebbe essere legato anche all'acquisto di gas liquido, una delle principali strade nel breve periodo per diversificare le fonti di approvvigionamento. L'obiettivo della Commissione è anche aumentare le scorte energetiche per non trovarsi di nuovo ad affrontare un inverno come quello attuale. Proprio il fatto che le riserve di gas fossero ai minimi livelli, unito alla necessità di avere forniture extra per far fronte al fabbisogno energetico europeo, ha permesso alla Russia di trovarsi in posizione di forza.

Partendo da questa esperienza nasce la proposta «dell'obbligo che ogni riserva di gas venga riempita almeno al 90% entro il primo novembre». Si tratta di un piano che introduce a tutti gli effetti una sovranità energetica europea ma che dovrà essere approvato dai 27 capi di Stato e di governo. Non mancano le divergenze e si profila una divisione tra il Nord e il Sud Europa sulla riforma del mercato energetico che sarà sul tavolo dei leader nel vertice di oggi e domani a Bruxelles.

Da un lato il fronte del Nord, guidato dall'Olanda, dall'altro lato Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e Belgio. Mentre i Paesi del Sud hanno lanciato la proposta di interventi di mercato con un tetto ai prezzi e il disaccoppiamento dei prezzi dell'energia e del gas, la linea olandese chiede invece di accelerare le misure di efficienza energetica e una maggiore adozione delle rinnovabili. Di certo non è il momento per divisioni e bisognerà trovare, già durante il Consiglio d'Europa, una linea condivisa.

Ma l'energia non è l'unico tema al centro dell'agenda economica del Consiglio d'Europa e la Commissione europea è al lavoro su un progetto per contrastare gli effetti negativi della guerra in Ucraina sulle imprese. Il piano dovrebbe prevedere aiuti di Stato fino a 400mila euro per ogni azienda e sovvenzioni fino a 35mila euro per le imprese agricole. L'obiettivo è anche quello di mitigare l'effetto di ritorno delle sanzioni alla Russia per le aziende europee.

Ma è in particolare il tema dei costi dell'energia a preoccupare di più: le aziende colpite dagli aumenti delle bollette del gas e dell'elettricità potranno ottenere aiuti non superiori al 30% dei costi ammissibili (con un tetto di 2 milioni). In ogni caso la parola d'ordine per ogni misura economica in questa fase l'ha sintetizzata Mario Draghi al Senato: rapidità.

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