A meno di un anno dalle elezioni europee sono iniziate le grandi manovre per definire lo schema delle alleanze a Bruxelles che andranno a comporre la maggioranza alla prossima legislatura. L'attuale maggioranza Ursula (così soprannominata poiché ha votato come presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen) è composta da socialisti, verdi, liberal di Renewal e dai popolari. Proprio il Ppe negli ultimi mesi ha però compiuto vari distinguo votando insieme all'Ecr (gruppo di Fratelli d'Italia) e Id (gruppo della Lega) in particolare sui temi ambientali del Green Deal. Questa situazione ha determinato numerosi scossoni nella maggioranza Ursula e aperto la strada alla nascita di una maggioranza alternativa in vista delle elezioni europee del 2024. In questa direzione si sta muovendo da mesi Giorgia Meloni che lavora per un'alleanza più strutturale tra conservatori e popolari, da qui le interlocuzioni con il capogruppo del Ppe Manfred Weber e la volontà di allargare il perimetro dei partiti aderenti all'Ecr di cui la Meloni è presidente. Va in questa direzione anche la visita di mercoledì in Polonia della premier italiana che incontrerà l'omologo polacco Mateusz Morawiecki che rappresenta il Pis, principale partito di governo e membro dell'Ecr. La sola alleanza Ecr-Ppe (ammesso e non concesso che tutti i partiti del Ppe accettino di farne parte) non è però sufficiente per una nuova maggioranza e serve un'apertura anche al gruppo Identity and Democracy a cui aderisce la Lega e probabilmente a una parte di Renewal. Entra così in gioco Matteo Salvini che oggi incontrerà la sua principale alleata europea Marine Le Pen, forte dei consensi del Rassemblement National in Francia. Il vicepremier ha affermato di essere «impegnato per unire tutto il centrodestra, così come abbiamo fatto in Italia, per difendere i nostri valori comuni anche a Bruxelles» spiegando che «un'alleanza tra conservatori, liberali, cristiani e federalisti è nella logica delle cose». L'obiettivo per Salvini è tenere «tutto il centrodestra unito, senza i socialisti» perché «la sfida è evitare a tutti i costi che la sinistra possa restare nel governo europeo dopo tutti i danni e gli scandali». Per farlo il leader della Lega si dice «pronto a proporre un patto scritto, prima del voto: niente compromessi con la sinistra».
Esportare il modello italiano in Europa è una proposta suggestiva e di indubbio interesse che deve però tenere in considerazione non solo il ruolo della Lega ma anche dei suoi alleati europei, Le Pen in primis. Come spiega a Il Giornale Marco Campomenosi, capo delegazione di Id al Parlamento europeo, «sarebbe giusto andare nella direzione di un'alleanza che includa anche la Le Pen perché lo chiedono elettori, in Francia il Rassemblement National è il principale partito di centrodestra».
Secondo Carlo Fidanza, europarlamentare di Fdi-Ecr, è sbagliato «fare liste dei buoni e cattivi», Fidanza pone una questione di prospettiva politica «noi ragioniamo apertamente di una possibile alleanza di centrodestra a livello europeo, sul modello italiano. La stessa su cui mi pare ragionare Salvini.
Non ho mai sentito Le Pen esprimersi nella stessa direzione e quindi credo che la questione vada posta anzitutto a lei». Le prime risposte sulla geografia europea del centrodestra arriveranno dagli incontri internazionali di questi giorni di Salvini e Meloni, il cantiere è in movimento.
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