Dal primo ottobre, nelle grandi città e nelle case con classe energetica G (le più diffuse), riscaldarsi potrà costare anche 40 euro al giorno secondo il think tank indipendente Ecco. Il rischio per molti italiani sarà non riuscire a pagare le bollette, e come denunciato dal Giornale almeno un condominio con riscaldamento centralizzato su tre rischia lo stop. Come uscirne? Basta osservare qualche accorgimento. Non basta utilizzare solo lampade a led né spegnere tutti gli apparecchi elettronici che restano in stand-by, dal televisore allo stereo, dai computer al wifi, che può costare 13 centesimi al giorno. Gli elettrodomestici vecchi sono «energivori». I calcoli sono di Facile.it: un frigo può costare da 0,27 a un euro al giorno, una lavatrice in funzione da 0,53 a 0,88 euro l'ora, la tv da 0,03 a 0,12 centesimi ogni due ore, caricare il cellulare invece incide pochissimo, solo 0,003 centesimi.
«L'unico modo per risparmiare davvero sarà consumare meno - spiega l'esperto Edoardo Beltrame - quindi è fondamentale sapere non quanto si paga ma quanto si consuma, in kWh di energia elettrica e in metri cubi di gas». Diventa importantissimo leggere i contatori e leggere le bollette «perché possono essere errate». Dunque, meglio annullare l'addebito diretto perché «solo in questo modo la gente sarà costretta a capire cosa paga». Il primo consiglio è «limitare la potenza contrattuale: una famiglia di quattro persone deve gestire una potenza di 3 kW. Bisogna utilizzare un elettrodomestico alla volta, di notte e a pieno carico». Chi pensa che è più conveniente cambiare gestore deve stare attento. «Prima bisogna capire tutte le condizioni offerte, evitate fornitori non referenziati», spiega ancora Beltrame, che suggerisce anche di non comunicare mai, né al telefono né su internet i dati sensibili delle forniture, vale a dire numero di POD per la luce e il PDR per il gas.
Ma perché il prezzo del gas è impazzito? Beltrame è chiaro: «L'importazione di gas naturale avviene sulla base di contratti pluriennali, indicizzati al prezzo del Brent. Quelli di rivendita sono parametrati (fino ad agosto) al prezzo spot della borsa di Amsterdam (il famigerato indice Ttf, ndr).
E poiché le stesse partite di gas possono essere scambiate più volte a prezzi estremamente volatili, il prezzo pagato dagli utenti non ha più alcun rapporto con quello pagato realmente dall'importatore», spiega l'esperto. Colpa anche di chi doveva vigilare sulla speculazione dei troppi operatori come Arera.
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