Premessa. In democrazia la forma a volte è sostanza. Il richiamo di Sergio Mattarella a Elon Musk per la sua uscita sui giudici italiani ha sicuramente un forte sapore patriottico che non può non essere condiviso. Detto questo, però, sempre sul piano della forma, è difficile parlare di interferenza visto che Elon Musk per ora, e fino al 20 gennaio quando l'amministrazione Trump entrerà in carica, non ha alcun incarico di governo al di là dell'oceano. Quindi ancora adesso le sue parole - sempre sul piano della forma - hanno lo stesso valore di quelle di altri miliardari come Bill Gates, Mark Zuckerberg o di George Soros, che pure di interventi polemici sulle vicende italiane ne ha fatti non pochi senza suscitare indignate reazioni.
Ma a parte questo particolare che molti considereranno secondario e comprendendo lo spirito delle parole del Capo dello Stato, ciò che più interessa della diatriba che si è innescata sulle due sponde dell'atlantico è la levata di scudi che c'è stata a sinistra e del presidente dell'Anm. Una reazione che a differenza dell'intervento di Mattarella ha riguardato la sostanza perché è stata una difesa a spada tratta di quei giudici che, secondo il padrone della Tesla, impediscono al governo italiano di espellere gli immigrati clandestini. Addirittura c'è chi come Sandro Ruotolo, membro della segretaria del Pd, ha abbandonato X di proprietà di Musk, motivo per cui gli amministratori del social che conta 586 milioni di utenti nel mondo sicuramente si saranno messi in lutto per aver perso i 60-70 mila follower dell'ex-inviato di Michele Santoro.
Questo e altri sono segnali che la sinistra italiana, egemonizzata dal suo spirito radicale che già sta minando l'unità della Ue nel varo della Commissione, si prepara ad escogitare un'altra menata che nel tempo potrebbe trasformarsi in un boomerang, quella di criminalizzare Musk, di trasformarlo nella loro visione in un soggetto pericoloso e ridicolo riservandogli lo stesso trattamento che è stato utilizzato con il generale Vannacci. Un'operazione talmente felice che ha guadagnato a quest'ultimo 500mila voti di preferenza nelle ultime elezioni europee.
Solo che Musk - va ricordato - non è un generale in aspettativa, ma l'uomo più ricco del mondo con propaggini solide dentro la stanza ovale della Casa Bianca. E additandolo come nemico, la sinistra lo sta facendo entrare nell'agone politico italiano, lo sta trasformando in un protagonista del palcoscenico. Presto - conoscendo il personaggio - lo ritroveremo in qualche talk show, magari da Porro, dalla Berlinguer o da Giletti a parlare proprio dei magistrati italiani.
Ecco perché la «vannaccizzazione» di Musk potrebbe rivelarsi estremamente pericolosa. Tanto più che il personaggio ha un pallino per l'Italia, ha una casa nel Belpaese e muore per qualsiasi storia che riguardi l'antica Roma al punto di organizzare una cerimonia per inginocchiarsi dove fu bruciato il cadavere di Giulio Cesare. Senza contare i business che ha in tutto il mondo e che nel nostro Paese toccano diversi settori strategici.
Ora trasformare Musk un bersaglio su due argomenti su cui la sinistra non ha posizioni popolari come l'immigrazione, tema vincente di Trump nelle elezioni americane, e la difesa delle toghe politicizzate che in Italia hanno un indice di gradimento molto al di sotto del 50%, non è una grande affare. Semmai il Pd e il resto della sinistra dovrebbero rendersi conto di quello che sta succedendo nel mondo e aggiornare le loro proposte su questi argomenti. Non restare nel paleolitico. L'uscita di Musk rivolta alla Meloni e i nomi che ogni giorno escono sulla composizione dell'amministrazione Trump dimostrano che presto la lotta all'immigrazione clandestina nella più grande democrazia del mondo assumerà dimensioni di vere deportazioni. Si parla di un milione di rimpatri l'anno di immigrati clandestini.
Di fronte a ciò trasformare in una battaglia di principio in Italia il ritorno a casa di un pugno di egiziani nel paese dove ogni anno due milioni di italiani dormono all'ombra delle piramidi, rispetto alle centinaia di migliaia di messicani rigettati nell'inferno di Tijuana apparirà ridicolo.
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