Roma Un No di rigore. Il centrodestra unito si appresta a tirare il penalty del 4 dicembre. E non può sbagliare: deve fare goal e mandare a casa Renzi. La metafora calcistica calza a pennello ed è per questo che a breve il tridente Berlusconi-Salvini-Meloni si ritroverà per un faccia a faccia che vuole essere risolutivo. L'incontro è previsto in settimana anche se non c'è ancora una data precisa. Nonostante la lettura interessata di chi sostiene che il Cavaliere utilizzi il pretesto della salute per non metterci la faccia nella battaglia referendaria, Berlusconi è chiaro: «Siamo per il No in maniera netta. Più avanti convincerò io gli indecisi». E lo farà rilasciando interviste in tv e alla radio. Ed è quello che vogliono sentirsi dire gli alleati storici di Lega e Fratelli d'Italia. Sarà così e già Forza Italia lavora pancia a terra per non sbagliare il calcio di rigore. Il 22 ottobre, dal teatro di piazza San Babila a Milano, partirà la maratona del No, annunciata da Mariastella Gelmini, con tanto di Fiat 500 a scorrazzare per l'Italia col marchio del partito accanto a tutte le manifestazioni contro il ddl Boschi. A due passi dal Duomo, sabato prossimo, sfileranno tutti i big del partito a conferma che la posizione dell'ex premier è chiarissima.
Non solo: Renato Schifani, coordinatore dei comitati per il No, non si sta risparmiando e a breve darà la caccia anche ai voti degli italiani all'estero. Visto che i sondaggi parlano di un testa a testa, infatti, sarà determinante conquistarne il voto. E c'è già il nome del possibile responsabile: l'ex senatore del Pdl eletto dagli italiani all'estero, Raffaele Fantetti.
Bordate contro la riforma costituzionale Boschi-Renzi arrivano anche da Stefano Parisi che da oggi, a Enna, lancia la sua Megawatt in giro per l'Italia. L'antipasto s'è avuto ieri, dove Mister Chili era ospite della kermesse Energie per la Sicilia, organizzata da Gianfranco Miccichè: uno dei forzisti che ha aperto le braccia a Mister Chili, a differenza di altri esponenti della classe dirigente azzurra. Al termine dell'evento Berlusconi ha sentito entrambi al telefono. Miccichè ha quasi implorato l'ex manager: «Prendi in mano tu la bandiera di Forza Italia, non andar da solo». Tema rovente, questo.
E Parisi è tornato sulle polemiche dopo le stoccate ai parlamentari forzisti: «Dicono che il leader è Berlusconi? È così, io sto dando un contributo importante di rinnovamento perché abbiamo perso negli anni 10 milioni di voti». Parisi sarà il successore di Berlusconi? Lui stesso si scansa: «Berlusconi portava i voti perché riusciva e riesce a capire i bisogni delle persone.
Ma ora dobbiamo creare una squadra». E ancora: «Oggi si litiga per le mie dichiarazioni? Fa niente, almeno si discute». Brunetta non è convinto affatto: «Parisi chiarisca il suo ruolo. Vuol dare un contributo o sfasciare tutto?». L'aria resta tesa.
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