Elezioni in Calabria, la minaccia dell'Antimafia sul M5s

Continuano le schermaglie tra il presidente della commissione parlamentare e il candidato governatore Aiello. Che invita Morra a occuparsi dei veri problemi della regione. Grillini sempre più divisi

Elezioni in Calabria, la minaccia dell'Antimafia sul M5s

“La commissione Antimafia si occupi delle questioni davvero dirimenti per la Calabria, non di congetture”. Queste poche righe riassumono bene lo stato di fibrillazione che attraversa il Movimento 5 stelle calabrese, da cui potrebbero riverberarsi effetti pure sul governo Conte.

A vergare il passaggio polemico è il candidato governatore del M5s, Francesco Aiello, che risponde così all'attacco frontale del presidente dell'Antimafia, il grillino Nicola Morra, che nei giorni scorsi ha preso le distanze dalle liste pentastellate per via di una parentela scomoda del professore universitario.

Aiello, infatti, è cugino di primo grado del boss di 'ndrangheta Luigi Aiello, assassinato nel 2014 in un agguato nell'ambito della faida mafiosa del Reventino.

Subito dopo la rivelazione del Fatto Quotidiano, il candidato 5 stelle si era difeso con le unghie: “Non c'entro nulla con mio cugino, peraltro morto 5 anni fa. Con lui non avevo alcun rapporto. Peppino Impastato era figlio e nipote di mafiosi, ma non era mafioso. Io sono Francesco Aiello, punto”.

Dichiarazioni che non avevano affatto convinto Morra, il quale – dopo aver annunciato la volontà di non dare “alcun sostegno” alla lista del Movimento – in un'intervista al Corriere della Sera aveva sottolineato l'inopportunità di una tale nomina: “Penalmente parlando una parentela non ha e non può avere rilevanza alcuna. Penalmente però. In Calabria, terra di ‘ndrangheta, c’è da ragionare 'alla Gratteri', o, se preferisce, 'alla Di Matteo'. 'Al minimo dubbio, nessun dubbio', diceva Gianroberto Casaleggio e mi sembra che sia questa la filosofia da sposare”. Il capo dell'Antimafia era andato ancora più in là, evidenziando gli scarsi controlli sulle liste da parte del M5s: “Non hanno funzionato certamente a livello del nostro gruppo parlamentare calabrese. Chi l’ha fatto dovrebbe assumersene la responsabilità. Non cercare scuse o sminuire l’accaduto”.

Le dichiarazioni di Morra hanno così scatenato il caos all'interno del Movimento, che si è sostanzialmente diviso tra chi difende Aiello senza se e senza ma e chi, invece, ritiene che il candidato del Movimento avrebbe dovuto comunicare fin dall'inizio la sua parentela con il boss defunto.

Il momento più difficile, tuttavia, potrebbe non essere ancora arrivato. Perché i 5 stelle meglio informati assicurano che l'offensiva di Morra sia tutt'altro che conclusa. Potrebbe intervenire direttamente la commissione Antimafia? Nessuno se la sente di escludere una possibilità che, di certo, contribuirebbe a rendere ancora più difficoltoso il cammino del M5s, quando mancano ormai meno di due settimane al voto calabrese.

Un tonfo elettorale in Calabria, frutto anche delle divisioni interne, potrebbe avere conseguenze sulla già traballante leadership di Luigi Di Maio e indebolire ulteriormente il maggior azionista del governo Conte.

Aiello, dal canto suo, non ha però l'intenzione di restare a guardare.

E dopo aver elencato le tante azioni giudiziarie del M5s contro la malapolitica calabrese, il candidato governatore ribadisce che “bisogna puntare l’attenzione su quanto accertato in ambito istituzionale, in un clima in cui i fatti scompaiono a beneficio delle congetture” e invita Morra, “proprio per l'importante ruolo che riveste”, a intervenire “su tali questioni dirimenti”. Un modo sottile per contestare apertamente l'operato del capo dell'Antimafia.

Insomma, la sensazione è che la faida tutta interna al Movimento non sia ancora finita.

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