Elezioni, in Campania spuntano De Luca jr e "l'uomo delle fritture"

Le indiscrezioni sull'asse Napoli-Roma, si profila un aut-aut nella candidature del Pd: il figlio del governatore è in vantaggio su Franco Alfieri

Elezioni, in Campania spuntano De Luca jr e "l'uomo delle fritture"

Il Partito democratico in Campania inizia a muoversi in vista delle elezioni. Spuntano, dopo il nome di Matteo Renzi, le prime indicazioni che il Pd locale avrebbe intenzione di sottoporre al vaglio della direzione nazionale del partito a cui è demandata la decisione finale. Tra i nomi (quasi tutti i parlamentari dem uscenti e qualche esponente della società civile - tra cui ci sarebbe Paolo Siani, fratello di Giancarlo, giornalista ucciso dalla camorra negli anni '80) spuntano, confermando le indiscrezioni che da mesi si susseguono, quelli di De Luca jr e del capo della segreteria politica del governatore della Campania, e dell’ex sindaco di Agropoli Franco Alfieri finito – poco più di un anno fa, all'epoca della battaglia elettorale per il Sì al Referendum costituzionale – al centro della polemica sulle “fritture” da offrire agli elettori.

Le indiscrezioni però corrono veloci. Fonti ufficiali del Pd campano parlano solo di incontri preliminari, di verifiche sui collegi. Una riunione organizzativa, a Roma, per delineare ipotesi di scenari e orizzonti, valutare l'agibilità elettorale e politica per il Pd e quindi meglio calibrare le strategie politiche. Insomma, nulla sarebbe stato deciso mentre c'è fermento nelle segreterie locali.

Una lista di nomi, comunque, sarebbe stata proposta ai vertici Pd per arrivare alla composizione del mosaico delle candidature. Su uno scenario delicatissimo per i dem alla luce, soprattutto, dell'autocandidatura in Campania al Senato di Matteo Renzi. Tra i nomi della rosa che sarebbe finita sul tavolo dei vertici romani ci sarebbe quello di Piero De Luca, figlio di Vincenzo, sul cui conto, già da mesi, si affastellano numerose le ipotesi per una candidatura blindata che lo porti dritto alla Camera.

Meno solida, invece, apparirebbe la posizione di Franco Alfieri. Il suo nome, finito nel tritacarne mediatico dopo le “intercettazioni” in cui il governatore parlava di lui come di un provetto macinaconsensi, non è certo tra i più graditi agli organi romani. Su di lui, oltre alla polemica delle "fritture" pesa anche un altro precedente: cinque anni fa, puntando da sindaco della sua Agropoli alla candidatura al Parlamento, per bypassare le incompatibilità di legge, decise di contestare una multa emessa dai vigili del suo stesso Comune, ponendosi così in conflitto d'interesse con l'ente e avviando l'iter della decadenza. Quell'escamotage, però, non servì a fargli guadagnare un posto utile in lista ma solo a far giungere nel Cilento una troupe televisiva de Le Iene.

Intanto, dopo le prime indiscrezioni, le voci di dentro al Pd campano sibilano della possibilità di un aut aut di fronte al quale De Luca potrebbe

aver già deciso. Messo alle strette, infatti, il governatore spingerebbe per garantire l'elezione del figlio. Per Alfieri, che invece punta a un posto al Senato, si profilerebbe una nuova bocciatura dopo quella del 2013.

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