Il sindaco di Bologna insulta veneti e lombardi: "Soltanto sudditi"

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, afferma che con la vittoria della Lega in Emilia-Romagna “gli abitanti passeranno dallo status di cittadini a quello di sudditi”

Il sindaco di Bologna insulta veneti e lombardi: "Soltanto sudditi"

Manca circa un mese e mezzo alle elezioni Regionali in Emilia-Romagna. Un voto, questo, che ha assunto un carattere politico di rilievo nazione. Dal risultato delle urne, infatti, dipenderà anche il futuro del governo Conte bis. In caso di vittoria del centrodestra nella storica roccaforte rossa, una eventualità che fino a pochi anni fa era impensabile ma che oggi è una ipotesi decisamente reale, l’esecutivo difficilmente avrà vita lunga.

La battaglia, però, è ancora lunga e l’esito non è scontato. Anche dai sondaggi pubblicati nelle ultime settimane si evince che la situazione è fluida e dominata dall’incertezza. Secondo alcuni istituti, il dem Bonaccini è davanti alla Borgonzoni, candidata del centrodestra, di pochi punti. Per altri, invece, l’esponente leghista gode di un piccolo vantaggio.

Il Pd teme la sconfitta alle urne. Sarebbe un evento clamoroso e storico. Anche se pubblicamente gli esponenti della sinistra si dichiarano fiduciosi, il timore di perdere il feudo rosso c’è. Una inquietudine, questa, che si può percepire dalle parole dure pronunciate dal sindaco dem di Bologna, Virginio Merola, che ieri ha attacco frontalmente la Lega e alcuni suoi amministratori di primo piano. Il primo cittadino, allo stesso tempo, ha lanciato un avvertimento agli elettori dell’Emilia-Romagna.

Intervistato dall' emittente locale Radio Città del Capo, Merola ha affermato che ''in caso di vittoria della Lega il 26 gennaio in Emilia-Romagna gli abitanti passeranno dallo status di cittadini a quello di sudditi, e questo vale anche per i loro sindaci''. Non solo perché ha sottolineato che ''se dovesse vincere la destra rappresentata da Lucia Borgonzoni nei rapporti tra l'amministrazione bolognese e la Regione cambierebbe tantissimo perché dove governa la Lega vige il centralismo regionale, non è che i Comuni abbiano molta autonomia. Sia in Veneto che in Lombardia è stato accentrato tutto''. Merola ha anche voluto puntualizzare che ''nell'idea leghista i cittadini o sono sudditi o sono clienti. Noi invece pensiamo che debbano essere cittadini e quindi anche fare la loro parte''.

Un attacco feroce al quale ha subito risposto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. ''Se non fossimo a metà dicembre e se sulla Pianura Padana non fossero caduti i primi fiocchi di neve, direi che probabilmente il sindaco di Bologna è rimasto vittima di un colpo di sole. Potrei spiegargli come la Lombardia in materia di sussidiarietà e autonomia può dare lezioni di efficienza a tutti''. Lo stesso Fontana ha proseguito mettendo in risalto il lavoro svolto dalla Regione, anche in collaborazione con i sindaci di centrosinistra. “Visto che li ho appena incontrati alle celebrazioni dell' anniversario della strage di piazza Fontana, dico al sindaco di Bologna di chiedere lumi ai suoi colleghi milanesi e bresciani di centrosinistra Beppe Sala ed Emilio Del Bono su come e con quante risorse la nostra Regione collabori ogni giorno e su ogni materia con tutte le amministrazioni locali. Tutto il resto è chiacchiera da bar, se non paura e nervosismo”.

Merola, che è anche presidente dell' Assemblea del Pd dell'Emilia-Romagna, ovviamente non poteva non avere un pensiero per Matteo Salvini e per Lucia Borgonzoni. “Sessismo nei confronti della Borgonzoni? È Salvini a praticarlo, dato che non la fa emergere. Salvini offusca la sua candidata, è del tutto evidente che si vuole usare l'Emilia-Romagna per altri scopi”.

Il sindaco di Bologna però

tralascia di dire che è lo stesso Bonaccini, magari, ad offuscare qualcosa. Un qualcosa che non è proprio irrilevante: il simbolo del Pd. Un simbolo che, al momento, è scomparso dai manifesti e dagli spot.

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