Emergenza mascherine, tregua Roma-Lombardia. Conte: impegno massimo

Il premier: non mi interessano le polemiche. Bertolaso operativo già oggi. Borrelli: bene

Emergenza mascherine, tregua Roma-Lombardia. Conte: impegno massimo

È il giorno di Guido Bertolaso ed è il giorno della riconciliazione. L'ex capo della Protezione civile oggi arriva a Milano, dall'Africa, per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Chiamato dalla Regione Lombardia nel momento più acuto dello scontro col governo, il neo consulente (gratuito) del governatore Attilio Fontana non avrà potere di firma, ma forte del suo prestigio già oggi sarà al lavoro con possibili sopralluoghi e incontri.

Il clima è cambiato. Sabato è scoppiato il caso delle mascherine-carta igienica, e sono volate parole grosse, ieri invece nelle montagne russe dell'emergenza è stata una domenica consacrata allo spirito di unità nazionale. Il successore di Bertolaso, l'attuale capo del dipartimento governativo Angelo Borrelli, si è detto felice che Bertolaso «dia una mano». Nel primo pomeriggio, poi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha telefonato all'ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, una delle città più colpite dall'epidemia, quindi ha assicurato che «c'è massima attenzione per la situazione in Lombardia».

Proprio sulla necessaria tutela dei medici era divampato lo sconto: una volta scoperto che le mascherine inviate dalla Protezione civile erano del tutto inadeguate per il personale degli ospedali, gli assessori lombardi avevano reagito con durezza, arrivando al punto di evocare le dimissioni di Borrelli. Ieri i toni si sono distesi e sono entrati in azione i pompieri. «Non sono interessato alle polemiche» ha chiarito il premier. «Spero che si metta fine a ogni tipo di polemica - ha detto anche Fontana - Se abbiamo sbagliato noi, me ne scuso. Io non voglio fare nessun tipo di polemica. In questo momento penso che si debba lottare tutti nella stessa direzione. Più energie e capacità ci sono, più conoscenze si hanno, più rapporti internazionali abbiamo, più possibilità abbiamo di recuperare questi benedetti macchinari e di realizzare questo nuovo ospedale».

Bertolaso ieri ha citato Kennedy: «Non chiederti mai cosa il Paese può fare per te, ma sempre cosa tu puoi fare per il tuo Paese». Il medico esperto di emergenze per il suo Paese può riuscire nell'impresa di costruire a tempi record, a Milano, un mega centro di rianimazione in un padiglione fieristico. E Fontana ieri ha sottolineato che l'ospedale sarebbe in ogni caso a disposizione dell'intero Paese. «Sarebbe un polmone per noi che adesso siamo in questa situazione di difficoltà - ha detto - ma se, Dio non voglia, questa emergenza dovesse estendersi al resto del Paese, potrebbe essere un polmone per tutti».

Anche l'assessore al Welfare Giulio Gallera è tornato sullo scontro del giorno prima, derubricandolo. Sabato aveva parlato di mascherine di carta igienica, ieri ha corretto il tiro: «Se stiamo combattendo una guerra - ha spiegato - tutti devono dare il massimo, nessuno può trattarci con sufficienza». «Quando ho visto le mascherine che abbiamo ricevuto dalla Protezione civile - ha ammesso - la mia reazione è stata di rabbia». E anche il capo delegazione del Pd al governo, Dario Franceschini, ha gettato acqua sul fuoco: «Io vedo migliaia di persone che lavorano rischiando e senza sosta, dagli ospedali a chi garantisce i servizi, dalle Regioni, ai sindaci, al Governo, alla Protezione civile. Basta polemiche, basta attacchi reciprochi. Siamo tutti sulla stessa barca e non c'è tempo da sprecare».

Unica nota stonata i 5 Stelle lombardi. Ieri pomeriggio il capogruppo Marco Fumagalli aveva annunciato una possibile mozione di sfiducia verso Gallera e verso l'assessore al Bilancio Davide Caparini, fantasticando anche su fantomatici «strascichi giudiziari».

Ma un'iniziativa simile non avrebbe fatto altro che mettere in imbarazzo il governo. Devono essersene accorti gli altri consiglieri, che in serata hanno clamorosamente sconfessato il capogruppo, smentendo di aver mai discusso e tantomeno deciso richieste di dimissioni o mozioni di sfiducia.

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