Esuli istriani: un debito che imbarazza l'Italia

Si ritorna a parlare dell'indennizzo dei Beni Abbandonati degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati. Secondo le stime della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, all'appello ancora mancano circa 4,5 miliardi di euro

Esuli istriani: un debito che imbarazza l'Italia

Dopo oltre settant’anni di silenzio si ritorna a parlare della questione irrisolta dei Beni Abbandonati degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati che lo Stato italiano deve ancora risarcire in maniera equa e definitiva.

A richiamare l’attenzione su questo argomento è stato l’emendamento presentato in Aula dal senatore Maurizio Gasparri in occasione della discussione sulla legge che fornisce gli indirizzi economico finanziari al Governo.

L’ammissione del Governo

Nel corso del dibattito, il Governo Gentiloni – per voce del vice ministro dell’Economia Morando – si è visto costretto ad un’imbarazzata ammissione: “La questione esiste e va affrontata. C’è stata disparità di trattamento da parte del Paese nei confronti della situazione rappresentata e per questa ragione ritengo che meriti di essere approfondita, anche per essere, almeno parzialmente, affrontata”.

Antonio Ballarin, presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli), al telefono con Il Giornale.it, ha commentato così la notizia: “Si tratta di un successo eccezionale, perché vuol dire che il lavoro fatto soprattutto dal 2004 in poi (data della emanazione della legge che istituisce il Giorno del Ricordo, n.d.r.) con pazienza, determinazione, costanza e tenacia è finalmente riuscito a bucare un muro di gomma”.

Tra i beni abbandonati, usati dall’Italia per pagare i debiti di guerra contratti con l’ex Jugoslavia, c’è anche la casa del padre di Ballarin. “Prima dell’esodo – racconta il presidente della FederEsuli – mio papà viveva in una casa di 400 metri quadri in una località balneare che si chiama Lussingrande, sull’isola di Lussino, adesso Croazia, mio papà in 62 anni, dal 1948 al 2009, ha percepito 19mila euro parcellizzati in piccole cifre nel corso del tempo. È il 5 per cento del valore dell’immobile”.

All’appello mancano circa 4,5 miliardi di euro

Ma quanto deve, in totale, il nostro Stato ad esuli e loro eredi? “Noi – prosegue Ballarin – stimiamo circa 4,5 miliardi di euro che è il 2x1000 dell’attuale spesa pubblica. Per problemi di interesse nazionale, come il salvataggio delle banche, in quarantott’ore è stato firmato un decreto da 20 miliardi. Nulla di impossibile insomma: si tratta quindi di volontà politica”.

Il perché della mancanza di volontà politica, Ballarin, lo spiega così: “Gli esuli giuliano dalmati sono sempre stati sgraditi all’establishment perché testimoniavano che l’Italia aveva perduto la guerra e, allo stesso tempo, che chi era venuto dopo l’Italia in quelle terre, ovvero il partito comunista di Tito, non era il paradiso in terra, anzi era un inferno. E questo stato di indifferenza, silenzio, negazione ed emarginazione, poi, si è trascinato sino ad oggi per inerzia dei governi precedenti”.

“La giustizia non si seppellisce”

L’aspettativa del presidente della FederEsuli, adesso, è che – come fece Berlusconi nel 2009 con gli italiani fuggiti dalla Libia – “venga varata una nuova legge che adegui anche i nostri coefficienti in modo da risarcire gli esuli giuliano dalmati in maniera uguale alle vittime di drammi simili”.

Ed anche se, in questi lunghi anni, molti degli italiani costretti dall’esodo ad abbandonare le loro terre si sono spenti senza ricevere

giustizia, Ballarin promette che: “Quella lotta la continueranno le generazioni future, perché è una questione di civiltà. Chi credeva di seppellire la giustizia da noi attesa con la morte del nostro ultimo esule si sbagliava”.

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