Nel nuovo piano industriale per l'ex Ilva sarebbero previsti 4.700 esuberi entro il 2023, di cui 2900 già nel 2020. Sono le cifre annunciate dall'ad di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli, nel corso dell'incontro al Mise tra governo, sindacati e azienda. Contrarie le organizzazioni dei lavoratori, che hanno proclamato uno sciopero per il 10 dicembre. "Non dobbiamo accettare che si riapra una trattativa al ribasso. Il tavolo della trattativa deve partire dagli accordi che erano stati approvati dai lavoratori", ha spiegato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine del tavolo. Erano presenti, oltre all'ad di Arcelor Mittal e ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Fiom, Fim e Uilm, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e il ministro del lavoro Nunzia Catalfo. Patuanelli si è detto "molto deluso, l'azienda invece di fare un passo avanti ha fatto qualche passo indietro".
I sindacati: "L'accordo vincolante prevede zero esuberi"
Prima dell'incontro, i rappresentanti sindacali avevano espresso la volontà di conoscere il piano industriale 2020-2024 di Arcelor Mittal per l'ex Ilva. "Vogliamo verificare il rispetto dell'accordo sottoscritto un anno fa. Ci devono spiegare perché lo hanno messo in discussione", aveva dichiarato il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo.
Ancora più severo il giudizio del segretario della Fiom, Francesca Re David: "È il primo incontro con governo e l'azienda dopo l'avvio della nuova trattativa. Per noi l'accordo vincolante prevede zero esuberi". Auspicio spento immediatamente dalla proposta di Arcelor Mittal, dato che l'ad del gruppo anglo-indiano, Lucia Morselli, ha presentato al Mise un piano di riduzione degli occupati dai 10.789 nel 2019 ai 6.098 del 2023.
Sciopero il 10 dicembre
Ciò malgrado la previsione di una crescita della produzione di acciaio, da parte del gruppo, dai 4,5 milioni di tonnellate del 2019 a 6 milioni di tonnellate dal 2021 in poi. Per i sindacati, un motivo in più per respingere la proposta di Arcelor-Mittal. "Non ci sono condizioni per aprire confronto per un accordo. Si deve ripartire - ha detto il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan - dall'accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018", che prevedeva la permanenza di 10.700 lavoratori, di cui 8.200 a Taranto. I sindacati hanno proclamato un sciopero all'ex Ilva il 10 dicembre.
Patuanelli: "Contrari agli esuberi, serve produrre di più"
Preoccupato anche il ministro Patuanelli, che ammette: "La strada é stretta e in salita. L'obiettivo é garantire la continuità produttiva. È necessario un confronto costruttivo onesto che sia sviluppato nel tempo parallelamente alle previsioni sul piano industriale ed a tutto quello che stiamo cercando di fare. Non sarà semplice, ma c'é bisogno di tutti". E aggiunge: "La multinazionale, invece di fare passi avanti ha fatto molti passi indietro, dichiarando una quantità di esuberi inaccettabile. Un nuovo piano è possibile se si progetta una nuova idea di produzione siderurgica, se garantisce il massimo livello occupazionale, se introduce nuove tecnologie di produzione".
Patuanelli è contrario non solo alla riduzione del personale, ma anche ai livelli di produzione di acciaio prospettati da Arcelor Mittal. "Arcelor Mittal parla di 4.700 esuberi alla fine del nuovo piano industriale, che prevede comunque un forno elettrico e una produzione finale di 6 milioni di tonnellate. Questa non è l'idea del Governo. Riteniamo che la produzione a fine piano la produzione debba essere più alta, arrivando almeno a 8 milioni di tonnellate". Obiettivo che consentirebbe allo "stabilimento Ilva di diventare all'avanguardia nella produzione siderurgia europea. Su questo lo Stato, il governo, è disponibile a investire, a essere presente, a partecipare e accompagnare l'azienda a questo percorso di transizione".
La road map del governo
E ora? Cosa farà il governo? Patuanelli, in linea con le sigle sindacali, ribadisce che "il piano da cui partire è quello firmato dalla stessa azienda circa un anno fa, non vent'anni fa". Quindi la promessa: "Lo Stato c'è, non molliamo. Tra venerdì e lunedì il governo presenterà un suo piano industriale che farà diventare Ilva un esempio di impianto industriale siderurgico, con uso di tecnologie sostenibili, forni elettrici e altri impianti ecosostenibili, per arrivare a una produzione di 8 milioni e tutelare i livelli occupazionali. Entro lunedì - conclude il ministro del Mise - presenteremo la proposta del governo".
Ugl: "Atteggiamento di Arcelor Mittal inaccettabile"
Contrarie al piano industriale degli anglo-indiani, come detto, tutte le sigle sindacali. Compresa l'Ugl: "Semplicemente inaccettabile l'atteggiamento tenuto oggi da ArcelorMittal durate l'incontro che si è svolto presso il Mise alla presenza del ministro Patuanelli". ha detto il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, presente all'incontro con il vice segretario nazionale Ugl Chimici, Eliseo Fiorin. "Il nuovo piano prevede circa 6300 esuberi e la riduzione della produzione di acciaio. Il governo deve intervenire per mettere fine a questa provocazione che il nostro Paese non può subire. Se la vera intenzione di ArcelorMittal è quella andarsene da Taranto, sarebbe molto più onesto dirlo - afferma Spera - lasciando al Governo il compito di farsene carico".
Salvini: "Conte va in gita mentre l'Ilva affonda"
Durissimo il commento del segretario della Lega, Matteo Salvini, che chiama in causa il premier Conte: "Ilva, Alitalia, giustizia, autonomia, tasse su plastica e zucchero, Mes: ogni dossier si conclude con un fallimento firmato da un governo incapace.
Mentre Conte bugiardo va in gita a Londra, in Italia altri 4.700 operai dell'Ilva rischiano il licenziamento. Per il bene dei cittadini italiani mi auguro che questo governo tolga il disturbo il prima possibile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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