Sono arrivati 6 esemplari, ma Zelensky vede il bicchiere mezzo vuoto e sostiene che ce ne vorrebbero 130 per cambiare il corso della guerra. Di sicuro l'arrivo a Kiev dei primi F-16 sta creando euforia tra gli ucraini, un pizzico di preoccupazione da parte dell'Occidente, che si raccomanda col ministro della Difesa Umjerov di «maneggiarli con cura», e un po' d'ansia al Cremlino, celata dall'immancabile propaganda. «Questi aerei appariranno, ma il loro numero diminuirà gradualmente poiché verranno abbattuti. Le forniture non influenzeranno significativamente la dinamica degli eventi al fronte», dice il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.
I primi F-16, frutto di una collaborazione di campo tra Paesi Bassi, Belgio, Norvegia e Danimarca, sono partiti nella serata di mercoledì dall'aeroporto militare della Nato a Brunssum (Olanda) e atterrati alla base ucraina di Novyj Kalyniv. Non è chiaro se i piloti di Kiev, che negli ultimi tempi si sono addestrati con gli alleati occidentali, saranno in grado di utilizzare immediatamente gli aerei da guerra o se il processo richiederà qualche mese. Anche se il segretario alla Difesa britannico Shapps spiega che «il primo gruppo di piloti ucraini si è diplomato alla Royal Air Force a marzo, ed è pronto a entrare in azione».
Il ministro degli Esteri lituano Landsbergis ritiene addirittura che ci sia stato un primo raid nella giornata di ieri sul Kharkiv. L'Ucraina stava aspettando i velivoli da molto tempo. Più di un anno fa, il presidente degli Stati Uniti Biden aveva annunciato che i Paesi occidentali sarebbero stati autorizzati a fornire a Kiev i dispositivi prodotti dalla General Dynamics americana. La consegna tuttavia era sempre stata procrastinata ufficialmente per l'ineguadezza dei piloti ucraini a manovrarli, in realtà per paura che Kiev aprisse il fuoco sul territorio russo, generando escalation.
L'introduzione dei caccia F-16 non è destinata comunque a stravolgere le forze in campo, perché le dotazioni aeree di Mosca restano superiori. Il Cremlino è in grado di schierare le versioni aggiornate dei Mig-31 e Su-35, due caccia multiruolo dotati di radar e missili a lungo raggio più moderni ed efficaci rispetto agli F-16, e quindi potenzialmente in grado di stanarli in largo anticipo. Nel complesso, fanno notare gli analisti, gli F-16 non sembrano in grado di permettere all'Ucraina una controffensiva letale, bensì utili a ridurre i danni derivanti da attacchi missilistici e di droni a lunga distanza, fondamentali per evitare la distruzione di alcune infrastrutture critiche e preziosi per allentare la pressione di Mosca sul Donbass.
Per quanto riguarda le operazioni di campo ieri il
comandante in capo delle forze armate ucraine Syrskyi ha incontrato le brigate che combattono nelle direzioni di Kharkiv, Pokrovsk e Toretsk, verificando di persona le difficoltà di Kiev nel respingere gli assalti russi.
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