Quella falsa informazione che autoalimenta i No Vax

Quella falsa informazione che autoalimenta i No Vax

"Giornalista terrorista" è lo slogan coniato dai No Vax per screditare quei reporter che indagano e chiedono lumi sulle motivazioni fantastiche, dai veleni inoculati al grande «gomblotto» di Big Pharma. Indubbiamente, la stampa potrebbe aumentare la credibilità usando di più il fact-checking, invece di riportare solo il pensiero dominante. Tuttavia, milioni di persone convinte di acquisire l'informazione solo dai social sono il sintomo di un equivoco di fondo su cosa sia l'informazione.

Intendiamoci, la rete è una fonte meravigliosa di conoscenza, quale l'umanità non ha mai conosciuto. Un grande supermercato delle notizie dove tutti possono prendere gratis ciò che vogliono. Però proprio questa disponibilità impone la responsabilità di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. Un'abilità che può essere attribuita a tanti fattori, quali la scolarizzazione, alcune competenze frutto di esperienze professionali o personali, la disponibilità di informazioni nella propria cerchia di relazioni. Ma alla fine nessuno di questi può aiutare se la volontà della persona è di avere solo conferme e non vera informazione.

L'informazione è acquisizione di fatti nuovi, di elementi prima ignoti, che la mente va a sistemare insieme a quanto già conosciuto su una certa materia. Gran parte di queste notizie vanno ad arricchire con dettagli o sviluppi un quadro coordinato. Sono quelle facili, perché consistono nell'aumentare ciò che si sa dentro uno scenario armonico, in cui nessun elemento stride o sconfessa gli altri. Purtroppo per qualcuno, esistono anche notizie divergenti, che mal si incastrano nel disegno esistente e impongono riflessioni, verifiche e, in taluni casi, il ripensamento delle precedenti convinzioni. Insomma, conoscere fatti in contrasto con le nostre opinioni costa fatica e non sempre siamo disposti a intraprendere questo processo di analisi e verifica delle nostre posizioni, che potremmo essere costretti a modificare. Ecco che allora si passa a operare una selezione dell'informazione, non secondo un criterio di verità/falsità, ma in base all'armonia con le opinioni radicate. A questo punto, l'unica informazione buona sarà quella che dice ciò che già sappiamo e pensiamo. In altre parole, a questo punto siamo già belli ciechi e sordi. È evidente come sia essenziale ridurre questo approccio alla non-informazione, in una democrazia dove è il popolo a orientare le politiche.

Infine, c'è un'altra cosa che rende frustrante discutere con i No Vax: il bisogno di stare dall'altra parte rispetto alla massa.

Quando uno commette l'errore di parlarci, per convincerli della insussistenza delle loro posizioni affermando le ragioni della scienza e della statistica, si trova di fronte un muro, dei sordi che non vogliono sentire. La ragione è che il No Vax discute, ed è No Vax, proprio per sentirsi l'unico ad aver capito, a sapere come stiano veramente le cose. Quindi l'ultimo dei suoi desideri è arrivare a una posizione condivisa.

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