Parla della sua salute, della tregua a Gaza, ma anche dei migranti e dei carcerati, del ruolo delle donne nella Chiesa, dei peccati, dell'elezione di Trump. È un Papa che risponde a 360 gradi a Fabio Fazio nell'intervista (registrata) e trasmessa a Che tempo che fa. «Il braccio sta bene, si muove meglio», rassicura subito Francesco parlando della caduta a Casa Santa Marta che gli ha procurato una contusione al braccio destro. Poi subito la domanda sulla tregua a Gaza. «Vorrei ringraziare tanto i mediatori - dice il Pontefice -. Sono bravi, li ringrazio tanto per quello che hanno fatto». E ribadisce, Papa Bergoglio, che «l'unica soluzione» per portare la pace tra Israele e Palestina, è quella di creare due popoli e due Stati. «La pace è superiore alla guerra sempre. Per fare la pace tante volte si perde qualcosa ma si guadagna di più. Per la pace ci vuole coraggio».
Parlando dell'insediamento del nuovo presidente statunitense, Donald Trump, Bergoglio risponde di non averlo sentito ma sull'ipotesi di respingimenti di massa dice: «Se è vero, sarà una disgrazia perché far pagare i poveri disgraziati che non hanno nulla il conto dello squilibrio, non va. Così non si risolvono le cose». Sul dramma dei migranti, tema a lui molto caro, Bergoglio sottolinea: «L'Italia in questo momento ha un'età media di 46 anni, non fa figli, faccia entrare i migranti. Invece l'Albania credo che abbia una media di età di 30. Si deve risolvere questo problema, se non fai figli, fai entrare i migranti. È una cosa che va risolta, soprattutto al Sud». Poi indica quattro passi: «Il migrante va assunto, accompagnato, promosso e integrato. Noi in Argentina abbiamo esperienza di integrazione, da noi tutti sono integrati. Se il migrante non è integrato è un problema».
«Oggi la povertà è grande - aggiunge il Pontefice- ma mi hanno spiegato che se per un anno non si fabbricassero le armi sarebbe risolto il problema della povertà e della fame. Nel mondo sono tanti i bambini che hanno fame. La guerra sempre è una sconfitta. Guardiamo cosa succede in Ucraina, in Palestina, in Israele».
Poi il ruolo delle donne nella Curia. «Il loro lavoro è andato lentamente - spiega -. Adesso ne abbiamo tante. Per esempio nella commissione per scegliere i vescovi, ci sono tre donne. La vicegovernatrice, che diventerà governatrice a marzo, è una suora», annuncia riferendosi a suor Raffaella Petrini. «Le donne sanno fare meglio di noi, comandano loro».
Parla anche dei peccati: «Mi fanno schifo quelli che nella confessione cercano solo peccati della carne». E dice che «non c'è peccato imperdonabile». «La nostra vita è un continuo ricominciare», prosegue. «Dio non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono».
Infine, una parola sul Giubileo e l'invito affinché non sia solo turismo. «Se tu vieni a Roma e vai alla Porta Santa come un turista, senza un senso religioso, non serve a nulla. Il Giubileo è cambiare il cuore». C'è spazio anche per qualche aneddoto. Come quando fu eletto, nel 2013, al Soglio di Pietro.
«Sono andato a salutare il cardinale Diaz che era in sedia a rotelle, non ho visto lo scalino e sono inciampato. Il Papa, che è infallibile - dice sorridendo - ha cominciato con un inciampo». Poi confessa: «Quando mi hanno eletto ho pensato: Sono pazzi, ma faccio ciò che Dio vuole».
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