Il sospiro di sollievo dopo la grande paura. Salman Rushdie sta meglio e secondo quanto riferito dal suo agente Andrew Wylie, è «sulla via della guarigione». Parole che fanno ben sperare, specie dopo i dettagli relativi all'agguato di cui lo scrittore è stato vittima. Secondo quanto ha riferito il procuratore distrettuale Jason Schmidt, Rushdie è stato infatti accoltellato tre volte sul lato destro del collo, quattro allo stomaco, una all'occhio destro, una al petto e una sulla coscia destra per un totale di ben dieci colpi inferti dall'aggressore, Hadi Matar.
«Sarà un processo lungo. Le ferite sono gravi ma le sue condizioni sono avviate sulla strada giusta», ha confermato l'agente dell'autore dei «Versi Satanici», anche se rimane forte l'apprensione per lo stato dell'occhio destro che lo scrittore rischia di perdere. Quel che al momento sembra più importante è che lo scrittore respira adesso senza l'ausilio delle macchine, tanto che il figlio di Rushdie, Zafar, ha affermato che «sebbene le ferite siano gravi e gli abbiano cambiato la vita, il suo solito senso dell'umorismo esuberante e provocatorio rimane intatto». Nel comunicato rilasciato a nome della famiglia, il figlio dell'autore ha anche sottolineato che le condizioni restano critiche e nel contempo viene poi espressa gratitudine per le persone del pubblico che sono coraggiosamente accorse in difesa di Rushdie, così come per la polizia, i medici e l'amore e il sostegno arrivato da tutto il mondo.
Intanto il procuratore distrettuale che si sta occupando dell'agguato ha deciso di non fissare una cauzione per Hadi Matar. Il motivo è la fatwa dell'Iran contro lo scrittore. «Anche se questo tribunale dovesse stabilire una cauzione da un milione di dollari, corriamo il rischio che possa essere pagata a prescindere dalle disponibilità di Matar», ha spiegato Jason Schmidt. «Dietro l'operazione che è stata portata ci sono gruppi e organizzazioni più grandi ben oltre i confini giurisdizionali della contea di Chautauqua», ha aggiunto.
Il 24enne, che continua a dichiararsi non colpevole, era arrivato in città un giorno prima dell'evento al quale doveva intervenire lo scrittore. Secondo gli investigatori si è trattato di un atto «mirato e premeditato». Resta da capire se ideato e condotto su iniziativa personale o con una longa manus iraniana alle spalle.
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