Fascismo, Scalfari rivela: "Io, balilla e poi nei Giovani fascisti"

Il fondatore di Repubblica racconta la sua storia personale durante il fascismo: "Venni espulso per un articolo"

Fascismo, Scalfari rivela: "Io, balilla e poi nei Giovani fascisti"

Il racconto del suo passato Eugenio Scalfari lo fa nell'ormai puntualissimo articolo della domenica mattina su Repubblica. Tema del giorno: il presunto ritorno del fascismo.

L'ex direttore del quotidiano ha messo nero su bianco la sua giovinezza tra le fila del regime del Ventennio. "Il mio fascismo-bambino cominciò quando ero Balilla a sei anni", scrive il fondatore di Repubblica. Scalfari parte proprio dalla sua esperienza giovanile per discutere del ritorno in auge dei movimenti neofascisti e - soprattutto - dell'affinità (presunta) di Salvini con certe destre.

Un secolo fa, infatti, nascevano i Fasci di combattimento a piazza San Sepolcro a Milano. Un avvenimento ricordato anche dai movimenti di estrema destra che in tutta Italia si sono radunati per commemorare la data.

"Non posso nascondervi - ricorda Scalfari - che quel fascismo segnò in qualche modo la mia storia personale di bambino e poi di giovane ed è rimasta una fase della mia vita che ha molto significato". Tutto iniziò "quando ero Balilla a sei anni. I Balilla erano l'organizzazione dei bambini dai 6 ai 14 anni. Un corpo scelto dei Balilla era quello dei 'moschettieri' che avevano in dotazione un giocattolo che raffigurava in modo perfetto un fucile 91 che era il fucile normale della Fanteria". Poi "a 14 anni si diventava avanguardisti e naturalmente anche io lo diventai. Gli avanguardisti il sabato uscivano con la loro divisa, giacca e pantaloni grigioverdi e cinturone alla vita". Infine, a 17 anni, "scattava il passaggio dagli avanguardisti ai Giovani fascisti; quelli che frequentavano le Università in qualunque facoltà fossero erano denominati Giovani fascisti universitari".

È qui che il giovane Scalfari interrompe la sua "storia" nel fascismo. "Personalmente - racconta - scrivevo su alcuni giornali fascisti, tra i quali soprattutto Nuovo Occidente e Roma Fascista. Il giornalismo politico cominciò ad attrarmi fin da allora e lo praticai con molta soddisfazione.

Tuttavia durò poco più di un anno, alla fine del quale fui chiamato dal vicesegretario generale del partito fascista e da lui espulso dal Guf (Gioventù universitaria fascista), per un articolo in cui criticavo alcuni gerarchi che secondo le voci in circolazione si erano appropriati illecitamente di molti milioni di lire speculando sulla costruzione dell'Eur. Queste notizie erano state da me scritte in un articolo di fondo su Roma Fascista e questa fu la causa della mia espulsione dai Guf".

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