Due nomi in testa a un fascicolo d'indagine fin qui a carico di ignoti: quelli di Roberto Jonghi Lavarini, conosciuto nel giro della destra milanese come «Barone nero», e dell'europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d'Italia (autospeso) Carlo Fidanza. Da ieri sono iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano per le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. «Al momento non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale - fa sapere Fidanza -. Sono sereno e ovviamente a disposizione della Procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda».
Il terremoto è partito alla vigilia del voto per le Amministrative, con un video girato da un giornalista infiltrato di Fanpage in cui i due protagonisti parlavano di fondi per la campagna elettorale «in black» e di «lavatrici» per farli rientrare nel circuito della legalità. E ora, con le urne appena chiuse, arriva l'ulteriore tegola della chiamata in causa diretta di Jonghi Lavarini e Fidanza. Il secondo tra i punti di riferimento milanesi della leader Giorgia Meloni. Dal filmato rubato, e da un conseguente esposto di Europa Verde e Verdi, i pm Giovanni Polizzi e Piero Basilone si erano mossi alla ricerca di riscontri dei presunti soldi in nero ai candidati di Fdi al Consiglio comunale. Oltre che su eventuali profili di apologia del fascismo (per ora non c'è un fascicolo) sulla base sempre delle scene del video in cui si vedono saluti romani e si sentono frasi razziste, antisemite e che inneggiano al Ventennio. L'iscrizione di Jonghi Lavarini e Fidanza è un passo avanti degli inquirenti. Ieri il Nucleo di polizia Economico finanziaria della Guardia di Finanza, ha tra l'altro perquisito la casa di Jonghi Lavarini, che ha alle spalle una condanna a due anni per apologia del fascismo. Gli investigatori cercavano documenti e file a riscontro dell'ipotesi di fondi neri. Le Fiamme gialle stanno inoltre acquisendo il girato integrale dell'inchiesta di Fanpage chiamata «Lobby nera». Si tratta di oltre cento ore di filmati raccolti da un finto imprenditore e aspirante finanziatore, in realtà un cronista, in un periodo di circa tre anni. Nella prima puntata dell'inchiesta compare anche Chiara Valcepina, avvocato e candidata consigliera. Valcepina non risulta indagata e ha ottenuto i voti necessari a entrare a Palazzo Marino nonostante le accuse del sito giornalistico di prendere finanziamenti illegali. «Non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari», aveva detto da parte sua Fidanza, nell'autosospendersi.
Nello specifico quando si ipotizzano finanziamento illecito e riciclaggio si presume che, per aggirare il divieto di finanziamento pubblico ai partiti, abolito dal governo Letta nel 2014, si usino le Fondazioni per foraggiare le campagne elettorali. Ma attraverso finti donatori che in cambio dei benefici fiscali (detraibilità fino a 30mila euro) si offrono di regalare in chiaro soldi - con donazioni sotto la soglia di 10mila euro - che poi vengono loro restituiti in nero.
Giorgia Meloni ha reagito alla messa in onda del filmato dicendo di voler vedere il video integrale, prima di prendere decisioni. E parlando di «linciaggio a tavolino» di un partito.
La leader di Fdi è stata invitata alla prossima puntata di Piazza Pulita insieme al direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Meloni ha risposto che ci sarà se prima potrà visionare tutto il girato, ma Cancellato ha dichiarato di non avere intenzione di consegnare i file a Fdi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.