Dopo Romano Prodi, Rosy Bindi. E dopo Rosy Bindi, Andrea Orlando. Si allunga di ora in ora la lista dei big del Pd contrari al progetto di legge elettorale e che affronterà domani l'esame dell'Aula della Camera. Contrari al nuovo Tedeschellum e contrari soprattutto ad un accordo - i cui contorni, naturalmente, sono ancora tutti da definire - con Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Il fuoco amico contro il segretario Matteo Renzi è iniziato questa mattina con l'intervista dell'ex premier Prodi al Fatto Quotidiano, in cui il professore emiliano spiega la propria opposizione a un accordo con Forza Italia, criticando anche una legge elettorale definita foriera di "alleanze fra partiti con diversità inconciliabili".
Bindi: "L'alternanza destra-sinistra è irrinunciabile"
Quindi l'altra intervista di Rosy Bindi, questa volta a Repubblica. L'ex ministro e presidente del partito, ora presidente della commissione Antimafia, esorta la segreteria a "fermarsi"per evitare "alleanze innaturali". E minaccia: "Un partito che rinuncia all'alternativa fra destra e sinistra, a fare da argine ai populismi, che manda in soffitta la democrazia dell'alternanza, non mi appartiene. È una rinuncia al futuro."
Certo, spiega, non ha intenzione né di lasciare né di andarsene, ma se il partito diventa "quello che rischia di diventare, tutto sarà più difficile".
Orlando: "Così il Paese è ingovernabile"
In mattinata sono arrivate anche le critiche del ministro della Giustizia Pd Andrea Orlando, fresco sconfitto alle primarie che hanno incoronato segretario ancora una volta proprio Matteo Renzi: "Questa legge rende più difficile la governabilità del Paese - ha dichiarato il Guardasigilli ai microfoni di Radio24 - Potevamo cercare un accordo che salvasse elementi di maggioritario: il 'Rosatellum' poteva esser una strada da seguire, oppure c'era
una strada per un premio alla coalizione"."Che ci sia un accordo tra forze diverse è un bene - conclude Orlando - ma il problema è l'accordo". Ancora una volta, un veto ad ogni intesa con il centrodestra.
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