Festini e droga a "Villa Inferno". Altri arresti e nuovi indagati

Video porno e sostanze stupefacenti. Agli incontri partecipavano anche personaggi dello spettacolo

Festini e droga a "Villa Inferno". Altri arresti e nuovi indagati

Sono cinque i provvedimenti eseguiti ieri a Bologna per la vicenda della cosiddetta «Villa Inferno», nella quale si svolgevano festini a base di droga e di prostituzione minorile. I carabinieri, nel corso di un'operazione svoltasi ieri all'alba e coordinata dal pubblico ministero Stefano Dambruoso, hanno arrestato Gianluca Campioni, 47 anni, accusato di induzione alla prostituzione, spaccio e produzione di materiale pedopornografico, finito ai domiciliari. Campioni sarebbe stato il fornitore abituale di droga per i festini a casa del coimputato Davide Bacci e sarebbe stato anche ripreso in un video a sfondo sessuale che secondo gli inquirenti non può essere definito di natura «meramente domestica» al punto che sarebbe stato anche diffuso tra i tifosi della squadra di basket Virtus, della quale gli indagati Bacci e Campioni erano sostenitori.

Gli altri arrestati sono stati Paolo Carlo Prosapio, settantenne di Casalfiumanese, anch'egli accusato di aver spacciato sostanze a diversi frequentatori della villa e anch'egli ai domiciliari; e Gianni Marseglia, 56 anni, di origine pugliese, che essendo già noto alle forze dell'ordine per spaccio e perciò a rischio reiterazione di reato è finito in carcere. Per due spacciatori albanesi entrambi di 38 anni è stato invece disposto l'obbligo di dimora. «Villa Inferno» è il nome con cui gli indagati si riferivano alla villa di Pianoro (in provincia di Bologna) dove venivano spesso organizzati incontri a sfondo sessuale con consumo di sostanze stupefacenti. Era il febbraio del 2020 quando una donna denunciò che la figlia di 17 anni si allontanava spesso di casa la sera e assumeva sostanze stupefacenti. Le successive indagini avevano scoperto che la ragazza era indotta da alcuni personaggi a compiere atti sessuali con essi stessi e con altre persone in cambio di denaro e cocaina. L'indagine si era poi allargata e aveva scoperto che ai festini della villa bolognese partecipavano molte persone e che venivano anche girati video pedopornografici. Lo scorso 1° settembre era stata data esecuzione a un'altra ordinanza di custodia cautelare personale e furono emessi sette provvedimenti di custodia cautelare su otto indagati tra cui anche Luca Cavazza, ex candidato leghista alle regionali in Emilia-Romagna, che dopo i domiciliari si è visto imposto l'obbligo di firma. Gli elementi emersi dagli interrogatori resi dagli arrestati hanno permesso di risalire ai canali di approvvigionamento della cocaina consumata durante le serate. Gli spacciatori, oltre a rifornire Villa Inferno, erano attivi in tutta la provincia e fra i loro clienti secondo i carabinieri figuravano anche noti personaggi del mondo dello spettacolo.

Nel corso delle indagini è emerso anche che uno dei destinatari delle misure ha tentato di truffare diversi esercizi commerciali bolognesi, sfruttando l'emergenza sanitaria da Covid-19. I tre lasciavano un biglietto da visita della propria attività di sanificazione all'esercizio commerciale, di cui uno dei tre si fingeva il titolare.

Un secondo si presentava nel locale e fingeva di essere stato contagiato dal Coronavirus proprio in quell'esercizio e un terzo, presunto medico, confermava il contagio e sottolineava la necessità di procedere alla sanificazione immediata degli ambienti, in assenza della quale sarebbero state elevate gravose sanzioni amministrative nel corso dei controlli delle Autorità sanitarie.

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