Federico Malerba
È con ogni probabilità di origine dolosa l'incendio che per tutta la notte di lunedì e nella mattinata di ieri ha divorato oltre 600 ettari di bosco sul Monte Serra, che divide le province di Pisa e Lucca. Ne sono convinti i Vigili del fuoco alla luce di alcuni dettagli fondamentali: già una settimana fa in quella zona c'era stato un principio di incendio, i primi focolai sono si sono sviluppati di notte (intorno alle 22) e faceva fresco; voci non ufficiali parlano di quattro diversi inneschi, e soprattutto le fiamme sono state alimentate dal vento di tramontana, che spirava a una media di 30 chilometri orari e nella giornata di ieri ha rinforzato fino a 50 con punte di 80.
Moltissimi alberi secolari, ulivi e macchia mediterranea sono andati velocemente in fumo, la nube ieri mattina era visibile anche da Livorno. Fortunatamente le persone che vivono nei dintorni, tra i comuni di Calci e Vicopisano, si sono accorte in tempo del pericolo e sono riuscite a lasciare le loro case. Prima di oggi pomeriggio non potranno tornare a controllare quali siano stati i danni: le squadre di soccorso hanno cercato di proteggere le abitazioni, circa 700 persone residenti nelle frazioni di Montemagno, Fontana Diana, San Lorenzo, Nicosia e Crespignana sono sfollate ma a questo numero se ne sono aggiunte altre e alla fine ci si avvicinerà a mille. La maggior parte è riuscita a trovare una sistemazione da amici e parenti, a Calci il sindaco ha aperto una palestra dove in molti hanno trascorso la notte e una trentina di persone sono state alloggiate in alberghi e altre strutture ricettive. Non risultano comunque feriti o dispersi, solo in tre persone sono rimasti intossicati dal fumo ma nessuno in modo grave. Chiuso per tutto il giorno l'aeroporto Galileo Galilei di Pisa e chiuse, sia ieri che oggi, le scuole della zona.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco del comando di Pisa più altri arrivati dall'Emilia Romagna. «Abbiamo rischiato di perdere due squadre nelle operazioni di spegnimento», ha raccontato il comandante Ugo D'Anna. Dall'aeroporto di Napoli è decollato un elicottero S64 della Forestale, il mezzo con la maggiore capienza d'acqua, e sono intervenuti anche due Canadair; altri quattro elicotteri, invece, non sono riusciti a decollare per il vento. In mattinata il fronte del fuoco si è esteso oltre il crinale della montagna, soltanto nel tardo pomeriggio si è riusciti a circoscrivere l'incendio.
Oltre alle abitazioni, minacciata dalle fiamme - che per fortuna l'hanno solo lambita - anche la Certosa di Calci, prezioso monumento dei Seicento che custodisce anche il museo di storia naturale dell'Università di Pisa. E poi anche i ripetitori delle più importanti televisioni nazionali, non distanti da dove nel 2011 un altro rogo incenerì 50 ettari di bosco.
La Coldiretti ha stimato che per il settore agricolo i danni prodotti ammontano a circa 4 milioni di euro. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha dichiarato lo stato d'emergenza: «Abbiamo già stanziato 200mila euro ed è importante che, una volta spenti gli ultimi focolai vengano programmati al più presto interventi di bonifica per rimuovere gli alberi bruciati e ricostruire il quadro idrogeologico, in modo da impedire che alle prime piogge l'acqua dilaghi sui paesi a velocità distruttiva».
La procura ha deciso di aprire un fascicolo che configuri l'ipotesi di reato di incendio doloso e conferma gli indizi sull'origine dolosa, il ministro dell'Ambiente Sergio Costa approva: «È importante che si faccia chiarezza sulle cause dell'incendio che ha distrutto un bosco e messo a repentaglio la vita delle persone», ha detto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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