Un intervento a dir poco infuocato quello di Matteo Renzi al Senato nel corso del dibattito sul finanziamento ai partiti.
"Non è la prima volta che un ex premier affronta questo tema, era accaduto nel 1977 quando Aldo Moro utilizzò parole notevoli nei confronti di altre forze politiche e di chi voleva processare nelle piazze un altro partito: 'non ci faremo processare nelle piazze’’’, ha esclamato il leader di Italia Viva facendo un richiamo con quanto accaduto nella vita politica italiana del passato. Lo stesso senatore ha affermato che questa vicenda ''ha segnato la storia istituzionale del paese per la sua conseguenza più alta, le dimissioni di Giovanni Leone costretto a lasciare il Quirinale, non perché coinvolto ma in ragione di uno scandalo montato ad arte e che trovo doveroso che venga ricordato qui''.
Un attacco durissimo che ha come fulcro l’inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open dove sono indagati i suoi amici Alberto Bianchi e Marco Carrai per finanziamento illecito. L’ex premier, come un fiume in piena, non ha risparmiato critiche anche alla magistratura che ''pretende di decidere cosa è un partito e cosa no''. Renzi, inoltre, afferma che se si affida al Pm ''non già la titolarità dell’azione penale ma dell’azione politica, quest’Aula fa un passo indietro per pavidità e lascia alla magistratura la scelta di cosa è politica e cosa non lo è''.
Proprio sulla questione dell’inchiesta Open, il leader di Italia Viva afferma con forza che è stata fatta "una retata che descrive come criminale qualsiasi tipo di finanziamento privato fatto con forme regolari. Questo è il punto". Lo stesso Renzi non si tira indietro davanti alle polemiche ma invita a contestare lui e il partito per le idee proposte o messe in atto e non per altro. “Per chi volesse contestarci per via giudiziaria sappia che abbiamo il coraggio di dire che diritto e giustizia sono diversi da giustizialismo''.
Bisogna tener contro, ha continuato il senatore, che “per distruggere la reputazione di un uomo può bastare una copertina di qualche settimanale, quello che serve per ricostruire la reputazione sono anni e anni”. Continuando a parlare dell’inchiesta sulla fondazione Open, Renzi ha spiegato che si è verificata “una cosa semplice: contributi regolarmente dati alla fondazione sono stati improvvisamente trasformati in contributi irregolari. Se questo non è chiaro, il punto è che può accadere a ciascuno di voi".
E questo è il punto su cui ha insistito il senatore. "In un paese in cui la politica costa è evidente che una perquisizione a tappeto di tutte le persone che in passato hanno concorso a iniziative politiche e culturale di una determinata fondazione reca che nessuno finanzierà più un centesimo di quella parte culturale e politica e, dico io, fanno anche bene".
Renzi rivendica l'abolizione del finanziamento pubblico ma se ''viene criminalizzato il finanziamento privato è evidente che
cittadino o un imprenditore non finanzierà più la cosa pubblica''. Per l’ex premier è solo ipocrisia dire che non servono i soldi alla politica: ‘’Servono quelli leciti e puliti, trasparenti ma servono".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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