Alla fine Israele siamo noi occidentali

Israele è una minaccia, eccome se lo è. I suoi nemici sono la punta di un iceberg grandissimo e antico, fatto di una cultura che è stata la nostra, tanti secoli fa

Alla fine Israele siamo noi occidentali
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Alla fine, Israele siamo noi. La nostra cultura e i nostri valori, opposti a cultura e valori di un tempo passato. 80 anni fa non furono i figli di Abramo a insediarsi in quella striscia di terra ma i cugini dei cittadini europei, cresciuti nelle stesse scuole e nella stessa società; dove tutti sono uguali davanti alla legge; dove ognuno persegue il proprio benessere e la propria felicità «su questa Terra» nel rispetto delle norme e dell'etica, che poi dovrebbero salvare dalla dannazione eterna; dove le donne hanno gli stessi diritti degli uomini; dove nessuno è discriminato per le sue idee e per la fede religiosa, che anzi attiene alla sfera privata, essendo gli Stati laici.

Sbarcati in una terra poco ospitale, quegli ex-europei si sono rimboccati le maniche e hanno costruito una società a immagine della nostra. Gente operosa e libera, orientata alla felicità, capace di creare ricchezza e benessere non solo per sé ma anche per tutti quegli arabi che vivono e stanno bene in Israele e grazie a Israele, finanche rappresentati nella Knesset, il parlamento di quell'unico Stato democratico della regione. Hanno cominciato coltivando dov'era terreno arido e adesso hanno un'industria di alta tecnologia.

Sono combattuti, ora come allora, da quei popoli che li hanno percepiti come una minaccia: hanno ragione. Israele è una minaccia, eccome se lo è.

I suoi nemici sono la punta di un iceberg grandissimo e antico, fatto di una cultura che è stata la nostra, tanti secoli fa. Prima dell'umanesimo e prima dell'illuminismo, quando l'uomo era soggetto al potere divino e la donna manco ne parliamo. Ognuno può avere la cultura che vuole, ma cos'avevano prodotto nei lunghi secoli dalla diaspora dei figli di Abramo? In pieno Novecento giravano col fazzoletto in testa e stavano sotto le tende, seduti sopra la più grande risorsa del pianeta che si erano fatta sfilare da altri. Ancora oggi esportano petrolio e importano benzina.

Quale benessere hanno creato per i loro cittadini? Se gli togli il livore verso Israele e il suo protettore americano, cosa resta? Qual è il significato per il resto del Mondo? Riflessioni crude, ma comprovate proprio da chi di loro alla fine ha scelto di creare qualcosa da quell'enorme ricchezza. E cos'ha creato? Città occidentali e capitaliste con alberghi di lusso.

Per decenni abbiamo finto di non vedere e non capire, come avevamo già fatto con l'Unione Sovietica, collassata sotto il peso di una cultura impossibile. Evitammo di concludere, allora, accontentandoci dell'implosione senza denunciarne le cause, anche perché la storia era finita, si disse. Invece non finisce, non finisce mai. Ed eccoci di nuovo al redde rationem: o di qua o di là. Che poi è la principale caratteristica della guerra: formate due squadre.

Dentro questa cornice, si può discutere di tutto, ma con un minimo di coerenza. Perché, detto in parole semplici, non se ne può davvero più: la vita, anche dentro le ZTL, non è un menù à-la-carte dove puoi scegliere ciò che ti piace di più.

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