Fine vita, primo sì al ddl. Il centrodestra vota contro

Il ddl sul fine vita è stato approvato nelle Commissioni Giustizia e Affari sociali con il voto contrario del centrodestra. Lunedì inizia la discussione in Aula

Fine vita, primo sì al ddl. Il centrodestra vota contro

Il ddl sul fine vita è stato approvato nelle Commissioni Giustizia e Affari sociali con il voto contrario del centrodestra. Il provvedimento approderà in Aula lunedì prossimo per la discussione generale.

"Ora la responsabilità passa all'Aula di Montecitorio, tutti i gruppi e i singoli componenti hanno il dovere di rispondere ai malati e alle loro famiglie, alle esigenze di rendere più umano il nostro ordinamento riconoscendo la morte volontaria medicalmente assistita", hanno detto Perantoni e Marialucia Lorefice, presidenti delle Commissioni Giustizia e Affari sociali che aggiungono: "Nonostante alcune critiche ingenerose rispetto al gran lavoro, di necessaria mediazione, siamo soddisfatti perché è un buon testo".

Il voto in commissione

Le commissioni hanno votato per Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s) come relatori del provvedimento per la discussione in Aula. "Il testo in votazione rappresenterebbe, se approvato, un frettoloso passo indietro rispetto alla stessa sentenza della Corte costituzionale", hanno commentato Marco Cappato e Matteo Mainardi dell'Associazione Luca Coscioni. "Dopo tre anni di attesa, i Parlamentari stanno dedicando poche ore per approvare norme che restringono l'applicazione della legge già in vigore grazie alla sentenza della Consulta, perché introducono l'obiezione di coscienza e escludono la sofferenza di natura solo psichica. Il disegno di legge è un'occasione mancata perché non prevede termini certi per evitare boicottaggi istituzionali come quello in atto contro 'Mario' nelle Marche e perché conferma la discriminazione dei pazienti che non sono 'tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale', come ad esempio i malati di cancro, che sono i casi più frequenti di richiesta di aiuto a morire", concludono Cappato e Mainardi. Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera, invece, ha espresso così la sua soddisfazione: "Sono contento per la conclusione dei lavori in commissione sul suicidio assistito, che ci permette di arrivare in Aula lunedì prossimo. Ringrazio tutti i gruppi per il lavoro accurato e costruttivo che ha consentito di migliorare il testo di partenza. Mi auguro che lo stesso spirito di confronto e dialogo possa essere mantenuto anche in Aula, per consentire al Parlamento di approvare una legge in linea con i principi e le raccomandazioni della Corte costituzionale, su un tema delicato che ci riguarda tutti senza distinzioni".

Cosa prevede il ddl

Il nuovo testo ha subìto varie modifiche rispetto alla versione originaria. È stata introdotta l'obiezione di coscienza per medici e il personale sanitario. Ma non solo. Sono state poste anche delle condizioni più stringenti per poter accedere al suicidio assistito.

Un'altra modifica riguarda la non punibilità: è confermata una sorta di "sanatoria" per i condannati anche con sentenza di terzo grado per aver aiutato la persona a morire, ma sono state "ammorbidite" le condizioni, inizialmente più dettagliate e stringenti.

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