Fabrizio RavoniRoma Alla fiera dei numeri. A febbraio, dice l'Istat, il tasso di disoccupazione sale (leggermente) all'11,7 per cento. Significa - spiega sempre l'istituto di statistica - che due mesi fa gli occupati sono diminuiti dello 0,4 per cento; vale a dire, 97mila persone: per lo più con un'età compresa fra i 25 ed i 49 anni. Mentre scende dello 0,1%, al 39,1%, la disoccupazione giovanile.E fin qui, è tutto chiaro. Lo stesso Istat, però, precisa che su base annua (cioè febbraio 2015-febbraio 2016), il numero degli occupati è cresciuto dello 0,4 per cento: 96mila occupati in più, e calano sia i disoccupati (-4,4%) sia gli inattivi (quelli che non cercano più lavoro). I due numeri sembrerebbero, pertanto, in palese contraddizione. Gli occupati aumentano o diminuiscono?Il dato in crescita degli occupati è figlio degli strascichi statistici che, sui dodici mesi, ancora stanno producendo gli sgravi fiscali terminati il primo gennaio. Nella legge di stabilità 2016, infatti, gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato sono stati prorogati ma ridotti: l'entità dello sgravio è passato dal 100% al 40%, la durata da più di tre anni a due ed è sceso anche il limite massimo di esonero (da 8.060 euro a 3.250).Questa scelta del governo, se da un lato ha spinto le imprese ad assumere nel 2015, al tempo stesso le sta portando a frenare l'inserimento di nuova occupazione a tempo indeterminato. Così, i dati mensili segnalano una diminuzione degli occupati, mentre quelli esaminati su base annua continuano a registrare un aumento. «I dati mensili sull'occupazione sono come le montagne russe, salgono e scendono in modo repentino. Bisogna valutare i trend di medio lungo periodo altrimenti si corre il rischio di passare dall'esaltazione alla doccia fredda». Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, fotografa così la situazione statistica. Mentre per Renato Brunetta, capogruppo Forza Italia alla Camera, i dati Istat fotografano «il flop del Jobs Act». Il presidente del Consiglio giudica come «irreale» la discussione sui numeri dell'Istat. Mentre Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, riconosce come dopo «quelli positivi relativi al mese di gennaio, i dati diffusi dall'Istat indicano che il mercato del lavoro continua a registrare oscillazioni congiunturali legate ad una situazione economica che presenta ancora incertezze. Queste oscillazioni non modificano, comunque, la tendenza positiva dell'occupazione nel medio periodo».Pier Carlo Padoan la vede in modo diversa. Secondo il ministro dell'Economia, «l'Italia sta vivendo una crescita forte, ma meno forte di quanto si poteva immaginare qualche mese fa».
In un video messaggio inviato al festival Città Impresa, il ministro aggiunge che «nei dati macro si vede già l'impatto delle misure di finanza per la crescita: il filone di politica economica che il governo ha sviluppato per le imprese e, già nel Def, che sarà approvato nei prossimi giorni, ci saranno evidenze aggregate macroeconomiche delle misure prese». Nel Def ci sarà un dato della crescita che sembra in controtendenza, rispetto ai principali centri di analisi che indicano per l'Italia un aumento del pil di quest'anno intorno all'1 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.