Un'onda blu si impone nelle elezioni politiche in Grecia, dove il partito conservatore di Nea Dimokratia incassa il 41% e, guidato dal 55enne premier Kyriakos Mitsotakis, vince nella maggioranza delle province del paese, doppiando nettamente Syriza e un Alexis Tsipras che in molti vorrebbero dimissionario. Ma non avendo raggiunto per un soffio la maggioranza di 151 seggi e con, al momento, l'indisponibilità dei socialisti del Pasok a un governo di larghe intese, la Grecia dovrebbe tornare alle urne il 25 giugno. In quell'occasione, una sorta di ballottaggio, in realtà una nuova tornata elettorale questa volta a sistema maggioritario, Mitsotakis con il premio di maggioranza avrebbe la vittoria in tasca e il via libera per un secondo mandato con un esecutivo monocolore.
La Grecia è stata chiamata ieri a elezioni significative, non fosse altro perché giungono alla naturale scadenza del quadriennio (in un Paese dove abbondano le urne anticipate) e a cavallo di partite internazionali ultrasensibili, che trovano nell'Egeo un punto cardine: gas, guerra in Ucraina, equilibri nel Medio Oriente ed elezioni turche sono elementi che fanno parte del cono di attenzione di chi, a oriente e a occidente, guarda ad Atene con occhi particolarmente interessati.
Se i conservatori di Nea Dimokratia migliorano rispetto a quattro anni fa, anche grazie a una serie di iniziative economiche e geopolitiche che hanno riportato la Grecia al centro del dibattito mediterraneo, la notizia è nel crollo verticale di Syriza, diventata un partito sistemico nella coscienza globale ma con una leadership debole e basata solo sulla retorica antisistemica.
Mitsotakis ha dalla sua parte i risultati macroeconomici raggiunti in questi quattro anni, con il possibile ottenimento dell'investment grade a patto di proseguire sul cammino delle riforme, passando per le previsioni di crescita fornite dall'Ue che per il 2023 è data al 2,4% (dall'1,2% previsto lo scorso inverno), con un avanzo primario del 2,5% del Pil e un'ulteriore riduzione del debito del 16,4% del Pil entro la fine del 2024.
Come da prassi oggi il presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou, affiderà a Mitsotakis il primo dei tre mandati esplorativi per la formazione di un governo, cosa che però non dovrebbe dare i suoi frutti, dal momento che nessuno dei primi tre partiti ha intenzione di allearsi.
C'è stato anche il tempo per un caso di compravendita di voti a Karditsa, con l'arresto di dieci cittadini accusati di brogli elettorali: gli agenti di polizia hanno ritrovato nell'auto di uno degli arrestati 197 carte di identità, 114 buste con all'interno decine di schede elettorali e 6mila euro in contanti. Tra loro potrebbe esserci anche, come riportano alcune fonti greche, il locale presidente degli allevatori e collaboratore di un candidato di Syriza.
Unica area dove i conservatori cedono ai sostenitori di Tsipras quella settentrionale di Rodopi, a forte presenza turca, dove già nelle scorse settimane l'Intelligence aveva segnalato la possibile intromissione esterna nei processi elettorali, tramite l'appoggio organizzato a specifici candidati da parte di noti circoli parastatali attivi nella regione della Tracia e coordinati dal Consolato turco.
Lo dimostrano alcuni post sui social scritti in lingua turca di chiaro sostegno a candidati di estrema sinistra, pubblicati con il tentativo di influenzare i musulmani della regione, anche grazie all'appoggio di pseudo-muftì, ovvero bracci esecutivi della propaganda turca che influenzano il libero arbitrio dei musulmani.
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