Tutti da Pagliarulo il lunedì sera. Schlein e Conte, i gemelli Avs Bonelli&Fratoianni e il radicale Magi: tutti sul palco Anpi, ieri sera, a preparare la Resistenza del nuovo Fronte Popolare, che in Italia prende le forme del referendum contro le riforme Meloni: si parte con l'Autonomia differenziata (e pazienza se fu proprio la sinistra, con la riforma del Titolo V, a spianarle la strada), in attesa del premierato.
Unici assenti i «macroniani» italiani, Renzi e Calenda, che neanche hanno risposto all'invito del capo dei post-partigiani Gianfranco Pagliarulo. Lo conoscono troppo bene, evidentemente, per farsi intortare: l'ex portaborse cossuttiano che, grazie alla scomparsa di chi la Resistenza al nazismo la fece sul serio, è riuscito a scalare l'Anpi e a trasformarlo in una sorta di centro sociale con simpatie putiniste e anti-ucraine. Ma Pd e cespugli è la sigla che conta: il fronte referendario anti-Meloni può fregiarsi, oltre che delle insegne Cgil, anche di quelle (un tempo gloriose) dei partigiani italiani. La nuova resistenza si coagula alla festa Anpi, nel nome della Carta da difendere: «Noi siamo Costituzione» è il titolo (un filo megalomane) scelto da Pagliarulo per la parata che legittima la sua kermesse.
La coincidenza con il drammatico primo turno delle elezioni francesi aiuta a veicolare il messaggio: la destra (Le Pen a Parigi, Meloni a Roma) mette a rischio la democrazia post-bellica, la sinistra «deve fare muro», come dice persino il riformista Bonaccini. E pazienza se in Francia Mélenchon, e in Italia Pagliarulo, sono persino più sospetti di anti-semitismo e di filo-putinismo degli avversari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.