La folle idea di Conte: far eleggere Di Battista e arginare i governisti

Vorrebbe candidarlo alle suppletive di Primavalle. Segnale anche per Draghi

La folle idea di Conte: far eleggere Di Battista e arginare i governisti

L' idea circola da un paio di giorni nell'entourage del nuovo leader del M5S Giuseppe Conte: schierare Alessandro Di Battista alle suppletive nel collegio di Primavalle-Roma dopo le dimissioni dell'ex deputata grillina Emanuela Del Re. Una pazza idea. Tutta da verificare. E soprattutto da far digerire agli alleati della coalizione giallorossa.

L'opzione è però sul tavolo. Conte ci crede. E ci lavora con i fidati collaboratori. La missione ferragostana dell'ex premier sarà quella di convincere Dibba a un rientro nel Movimento dalla porta principale. Una mossa per spostare l'asse dei gruppi parlamentari sul fronte ortodosso e mettere pressione sull'esecutivo Draghi. Il nuovo capo politico dei Cinque stelle vuole lanciare un segnale di rottura all'ala governista guidata dal ministro degli Esteri Luigi di Maio.

Operazione non semplice. Per vari ragioni. La prima: Di Battista non vuole candidarsi alle suppletive. Seconda: Pd e Leu non farebbero salti di gioia. In entrambi i casi sono ostacoli superabili. Tra Conte e Di Battista, entrambi condividono una posizione critica rispetto all'attuale governo, è in corso un riavvicinamento. Nella prima intervista al Fatto Quotidiano, da neo leader del Movimento, l'avvocato di Volturara Appula ha lanciato segnali di riconciliazione con Dibba: «Io dico ad Alessandro che con il nuovo corso del M5s farà ancora più valere i suoi valori e princìpi rispetto al passato. Confido che possa tornare a dare il suo contributo».

Eccola l'occasione: le elezioni bis che si svolgeranno nei giorni 3 e 4 ottobre. Conte si è già tirato fuori dalla partita. Puntando al collegio di Roma Centro, qualora si liberasse il posto in Parlamento in caso di vittoria alle prossime comunali a Roma di Roberto Gualtieri. Il secondo scoglio è convincere Pd e Leu è dare il via libera alla candidatura di Di Battista. E qui la partita di Primavalle si incrocia con la sfida nel collegio di Siena dove è candidato, per la coalizione giallorossa, il segretario del Pd Enrico Letta. Dopo lo scoppio del caso Mps, la sfida si è riaperta. Il leader dei democratici è pronto a tutto pur di portare a casa la vittoria. «In fondo - spiega al Giornale una fonte grillina l'indicazione del candidato nel collegio di Primavalle spetta al M5S. E se Alessandro accetta, il Pd non può rischiare di rompere l'alleanza a Siena per il no a Dibba».

I segnali negli ultimi giorni vanno in questa direzione. Letta segue (e insegue) Conte su tutto. L'ultima convergenza è la richiesta di dimissioni al sottosegretario leghista all'Economia Claudio Durigon che ha proposto di reintitolare un parco pubblico di Latina, dedicato a Falcone e Borsellino, al fratello di Benito Mussolini, Arnaldo.

Nel 2018 il collegio Camera di Roma-Primavalle fu vinto dall'ex sottosegretario agli Esteri Emanuela Del Re, che ha rassegnato le dimissioni dopo la nomina a rappresentante Ue per il Sahel. Nello stesso collegio, alle prossime suppletive, ha già annunciato la candidatura, senza appoggio dei partiti ma con un proprio simbolo, Luca Palamara.

Il restyling del Movimento, annunciato dall'avvocato, passa dal ritorno in pista del Dibba. In attesa della sua risposta, Conte lavora agli altri dossier: la segreteria politica e le liste per le amministrative.

Conte sta riscontrando grandi difficoltà nella composizione delle liste e potrebbe decidere di aprire le candidature alla società civile e consiglieri uscenti che arrivano da altri partiti. Altro terreno, quest'ultimo, scivoloso per il neo leader grillino.

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