È iniziato intorno alle 9.30 a Genova il processo per la presunta truffa aggravata da 40 milioni ai danni dello Stato in relazione rimborsi elettorali del Carroccio. Imputati, insieme a Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci, ex revisori dei conti del partito, sono l'ex leader, Umberto Bossi e l'ex tesoriere, Francesco Belsito. Solo quest'ultimo, assistito dall'avvocato Paolo Scovazzi, è presente in aula. Belsito è anche accusato di appropriazione indebita. "Speriamo di fare chiarezza - ha affermato Belsito prima dell'inizio dell'udienza - la mia gestione è stata in linea con la gestione dei tesorieri precedenti. Penso di aver gestito al meglio le risorse finanziarie e l'esito degli investimenti alla fine ha dato un risultato positivo. L'impiego delle risorse dei rimborsi elettorali sarà oggetto del processo. Basta comunque ricordare che nell'ambito Lega non c'erano solo le risorse legate ai rimborsi ma anche le oblazioni da parte degli eletti che erano molto consistenti. Bisognerà far chiarezza anche su quello". Nella lista dei testimoni, depositata dall'avvocato Scovazzi risultano anche i big del Carroccio, da Roberto Calderoli, oggi vice presidente del Senato, e l'ex Guardasigilli Roberto Castelli, oggi nel direttivo nazionale del Carroccio.
"Sono nella lista dei testi - ha spiegato Belsito - perché erano coinvolti nella gestione della Lega, partecipavano all'operatività, ovviamente con responsabilità diverse rispetto alle mie. Facevano comunque parte del gruppo di lavoro".Il processo è stato rinviato al prossimo 2 novembre.
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